Si chiama “Nuovi mondi Nuove idee” il convegno che da oggi a sabato terrà banco al Museo della Riserva delle Incisioni Rupestri di Nadro di Ceto. Un’occasione di confronto sulla cultura delle origini, messo a punto dal Centro Camuno di Studi Preistorici, in collaborazione con gli organismi internazionali, organizzato nel 60esimo anniversario di fondazione del Centro stesso, nato nel 1964 per volontà del professore Emmanuel Anati.

In questi anni il Centro si è potuto avvalere della presenza di numerosi ricercatori e ricercatrici, che si sono dedicati allo studio, alla conservazione e alla promozione dell’arte rupestre, non solo in Vallecamonica ma a livello mondiale: segno, questo, che l’esplorazione delle incisioni rupestre ha subìto una notevole evoluzione, diventando fenomeno globale ampiamente riconosciuto.

Il convegno, a cui si può partecipare sia in presenza dalla saletta del Museo che da remoto, si sofferma in particolare sull’aumento di ricercatori, progetti e studi provenienti dalle Regioni del Nuovo Mondo, in particolare dal Sud America, che hanno portato all’istituzione di numerosi corsi, centri di ricerca, università e associazioni dedicate allo studio dell’arte rupestre.

La diretta conseguenza di questa espansione è stato lo sviluppo di nuove tecniche, metodi ed idee: da qui, appunto, il nome del convegno. Alla presenza di circa sessanta tra ricercatori e studiosi durante questi tre giorni saranno presentate per la prima volta le documentazioni relative a nuovi siti rupestri dell’area nord-est del Brasile, in contesti archeologici databili a partire da 20mila anni fa; saranno inoltre presentate anche le ricerche in corso in Arabia Saudita.

Tra gli eventi collegati al convegno, la serata dedicata alle “Immagini sonore” organizzata dal Centro e dall’Associazione Mundis e che esplorerà il tema della musica e della danza nella preistoria. La chiusura del congresso sarà invece affidata ad una tavola rotonda dal titolo “Plants, fragments of history” per approfondire la relazione fra cambiamenti climatici, conservazione e fruizione degli ambienti antropici. Chiuderà i lavori un concerto per cornamuse.

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