L’hanno denominata “Operazione Buco nell’acqua”: dopo aver scoperto l’abisso di Fonteno, gli speleologi del Progetto Sebino hanno intrapreso una nuova iniziativa, nel comune di Tavernola, in cerca di tracce di una sorgente sublacuale.

Con loro ci sono i sub dell’associazione gardesana Deep Explorer onlus, i sommozzatori dell’associazione sportiva dilettantistica bergamasca North Central Divers, e i professori universitari Marco Pilotti, titolare della cattedra di Idraulica al dipartimento di Ingegneria civile dell’Università degli studi di Brescia, e Fabio Gatti, docente all’Università degli studi di Parma e responsabile scientifico di Progetto Sebino.

Si stanno eseguendo dei tracciamenti idrogeologici nei fondali del Sebino per andare a caccia di sorgenti di acqua potabile, che da Tavernola Bergamasca arrivino fino alle sponde bresciane. I subacquei hanno iniziato ad aprile a monitorare il litorale a varie quote di profondità. Il Rov nel frattempo ha lavorato a una profondità compresa tra gli 8 e i 25 metri. L’area, secondo gli studi effettuati, è ricca infatti di passaggi subacquei che si potrebbero riversare nel lago d’Iseo.

Il bacino idrogeologico comprenderebbe tutto il Sebino Occidentale e vede nel complesso Bueno Fonteno – Nueva Vida, la principale porta di ingresso delle acque che lo percorrono. Le ricerche in campo idrologico hanno rilevato come il regime delle acque sotterranee è sostanzialmente perenne, con portate che, in alcuni periodi dell’anno, presentano picchi di 130 litri al secondo.

La squadra di Progetto Sebino è impegnata da quasi vent’anni nell’esplorazione e nel monitoraggio dei corsi d’acqua che scorrono negli abissi, finora è stato mappato uno sviluppo di oltre 35 chilometri. L’obiettivo, ora, è fare un “buco nell’acqua”.

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