E’ stato al centro di dibattiti pubblici in cui si sono stabiliti i “pro” e i “contro”, ha diviso la popolazione e, nel giugno dell’anno scorso, la sua realizzazione ha tenuto banco anche in un referendum. A Vezza d’Oglio, nelle settimane scorse, si è tornato a parlare del ponte tibetano, per un’ultima volta. Il progetto, stando alla decisione dell’Amministrazione Comunale insiedatasi a giugno con l’elezione di Paolo Gregorini, neo sindaco del paese, è stato accantonato, dopo che sulla sua realizzazione l’anno scorso non era mancato un acceso dibattito, sfociato nel mancato raggiungimento del quorum al referendum del 25 giugno.
Per il ponte tibetano (che sarebbe dovuto essere posizionato in Val Grande, dalla frazione Tù alla località Glant, per una lunghezza di 465 metri) erano già stati stanziati dei fondi, un milione e mezzo di euro, provenienti dal Parco Nazionale dello Stelvio.
Risorse che non andranno perse ma, come detto dallo stesso primo cittadino, saranno utilizzate per il recupero dell’ex casa Bim, che dovrebbe diventare un museo multimediale con un polo ambientale e punti di avvistamento nel Parco stesso.