La tradizione della tessitura in Vallecamonica ha avuto uno spazio al Textile Month, a New York. È successo questo mese grazie all’artista camuna Francesca Martinazzi, di Malegno, che ha esposto un’opera tessile alla mostra “1/2 Flex” all’interno della grande rassegna internazionale, dedicandola al Monte Altissimo e alle incisioni rupestri della stele di Borno 1, dell’Età del Rame.

Qui, come noto, gli studiosi hanno identificato rettangoli frangiati, tessuti con il motivo decorativo della scacchiera. Un metodo di tessitura che ha una tradizione giunta fino a noi, attraverso l’arte dei cosiddetti “pezzotti”, che Francesca continua a produrre sul suo grande telaio orizzontale, con il marchio “Grata” che appartiene alla rete Segno Artigiano della Valle dei Segni.

L’opera esposta a Brooklin si intitolava appunto “Monte Altissimo” e si componeva di tre parti. Nella prima è stata ricreata la stele con i rettangoli frangiati incisi, nella seconda tre di questi rettangoli sono stati tessuti, mentre nella terza Martinazzi ha usato gonne, lenzuola e tovaglie della nonna Virginia, nata in America da genitori bornesi e arrivata sull’Altopiano a soli 3 anni. La sua opera dialoga con quelle delle due artiste newyorkesi Mariah Smith e Mae Colburn, fondatrici del Rag Rug Study Group, conosciute su Instagram.

Per l’artista camuna si è trattato della prima trasferta internazionale e ha realizzato l’opera appositamente per l’occasione, trovando il modo di utilizzare il corredo della nonna Virginia, che, in tal modo, un secolo dopo, è “ritornata” negli Stati Uniti attraverso i suoi vestiti, che hanno preso nuova vita.

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