Tra le varie zone monitorate in queste ore per l’abbondante pioggia caduta in Vallecamonica, c’è anche quella in cui si trovano l’ex Selca e i rifiuti tossici da tempo stipati nel capannone di Forno Allione. Il timore è sempre quello: le sostanze nocive, con la pioggia, potrebbero andare a contaminare l’ambiente circostante, arrivando fino al fiume; ecco perché l’ex Selca è un problema che non riguarda solo Berzo Demo, ma tutta la Valle.

Se n’è tornato a parlare a inizio mese, prima con una lettera aperta degli ambientalisti, che chiedono di accelerare il processo di bonifica della zona, e poi con le parole di Giorgio Maione, Assessore regionale all’ambiente.

Ospite di un convegno sulla filiera bosco-legno-energia a Darfo, Maione ha colto l’occasione per tornare sulla questione, dando di fatto ragione alle richieste delle associazioni ambientaliste camune. “Hanno ragione”, ha detto, “si è perso troppo tempo. I residenti di Forno Allione, Berzo Demo e della Vallecamonica hanno già aspettato troppo. Si era parlato dell’impianto austriaco, ipotesi poi tramontata. Sono stati chiesti ulteriori dettagli sulla classificazione dei rifiuti e Arpa li ha forniti. I tecnici della Regione hanno confermato la disponibilità a qualsiasi incontro tecnico con i consulenti della curatela. Nel frattempo stanno passando i mesi e questo immobilismo pesa su tutto il territorio”.

Maione ha approfittato del passaggio in Valle per effettuare un nuovo sopralluogo a Forno Allione e, constatato che la situazione è rimasta immutata, ha scritto al curatore fallimentare sollecitandolo a muoversi per avviare la bonifica della zona.

Un’operazione che, come stabilito in passato, spetta alla curatela, che però al momento ha a disposizione solo due milioni di euro (a cui si aggiunge il milione di euro messo a disposizione dalla Comunità Montana), a fronte di una spesa necessaria che ammonterebbe a venti milioni di euro.

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