(Foto di L’Eco di Bergamo)

Per l’omicidio di Sara Centelleghe, 18enne di Costa Volpino uccisa con un paio di forbici con undici fendenti al torace e al volto nella notte tra venerdì e sabato, ieri pomeriggio i carabinieri di Clusone e Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Giampiero Golluccio, hanno arrestato un vicino di casa, amico e coetaneo della vittima, l’indiano Jashan Deep Bashan, 19 anni, magazziniere in un supermercato della zona, che viveva nello stesso complesso residenziale di Sara, ma accessibile dalla laterale via Lady Mary Wortley.

Pare che il ragazzo abbia ammesso parzialmente le sue colpe. Da chiarire il movente del femminicidio. Dalle ricostruzioni si sa che le scale dei due condomini hanno in comune l’accesso ai box e che da lì sarebbe passato il diciannovenne per raggiungere la casa di Sara e poi per fuggire. Una volta compiuto il delitto, Deep è andato a letto, nell’appartamento dove abita con i genitori e due fratelli più piccoli.

Lungo la scala dal terzo piano allo scantinato sono state trovate diverse impronte insanguinate di un piede scalzo e anche numerose gocce di sangue. Le forbici usate per il delitto sono state trovate e sequestrate nell’abitazione di Sara.

A dare l’allarme un’amica della vittima, che stava passando la serata con lei e che, poco dopo l’una, era scesa per prendere qualcosa da bere a un distributore automatico che dista 150 metri dall’ingresso della palazzina. Già nella notte, constatato il decesso della 18enne, erano stati sentiti la stessa amica che ha trovato Sara uccisa, risultata del tutto estranea ai fatti, diversi vicini di casa e alcuni conoscenti della ragazza, chiamati a testimoniare.

Terminati i rilievi, la salma di Sara Centelleghe è stata portata all’obitorio dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. Le indagini hanno ben presto stretto il cerchio attorno a Deep Gulsham, che averebbe poi ammesso le proprie responsabilità davanti ai militari dell’Arma, venendo in serata anche sentito dal sostituto procuratore titolare del caso, assistito da un difensore d’ufficio, prima di essere accompagnato in carcere in via Gleno a Bergamo con l’accusa di omicidio volontario.

Nella notte, allertata dalle forze dell’ordine, la madre della vittima è rincasata, e all’abitazione di via Nazionale è arrivato anche il padre, che vive al Piano di Costa Volpino. I genitori, separati, hanno perso la loro unica figlia. Sara frequentava il quinto anno dell’indirizzo sociosanitario all’istituto professionale Ivan Piana di Lovere. Per lei un viavai incessante di amici e compagni di scuola, costernati dal dolore per un fatto così atroce.

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