Partito a tutta velocità, il progetto del treno a idrogeno sembra perdere passeggeri: almeno è così in Tirolo, dove la Regione ha deciso di abbandonare l’idea di trasformare la ferrovia della Zillertal a favore della nuova tecnologia per i propri vagoni.

La decisione è giunta dopo gli esiti di uno studio commissionato al Politecnico di Vienna, che ha avanzato dubbi sulla fattibilità dell’opera soprattutto dal punto di vista dei costi energetici. Prima del Tirolo, a fare marcia indietro era stata la Germania, nello specifico il Land della Bassa Sassonia, dove i treni a idrogeno sono ora in sostituzione con quelli a batteria, a causa degli alti costi di gestione.

Di fronte a queste rinunce, in Italia Europa Verde è tornata all’attacco per chiedere che anche nel nostro paese i due progetti relativi ai treni a idrogeno siano sospesi. Parliamo, oltre che della linea calabro-lucana, ovviamente anche della Brescia-Iseo-Edolo, che dovrebbe far diventare la Vallecamonica la prima “Hydrogen Valley” italiana.

“Dopo il no delle Fs” dicono Dario Balotta e Chiara Rossini, referenti di Europa Verde Brescia, “crediamo che, anche alla luce della scelta del Tirolo, sia necessario più che mai rivedere la decisione”. La stessa Regione Lombardia, nel 2022, aveva espresso i propri dubbi di fronte all’enorme aumento dei costi di esercizio della linea, da 17 milioni e mezzo a 40 milioni e mezzo all’anno, costo che sarà scaricato sul prossimo contratto di servizio tra Regione e Trenord.

Europa Verde sottolinea anche il mancato beneficio in termini di frequenza delle corse e torna a ribadire il proprio no ai treni a idrogeno: piuttosto, propone il passaggio ai treni a batteria, dai costi di gestione pari alla metà di quelli a idrogeno, su cui però si continua a lavorare. L’obiettivo è quello di metterli in circolazione nel corso del 2025.

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