Dopo due ore di Camera di consiglio, Claudio Mazza, presidente della Corte d’Assise d’Appello di Brescia, ha confermato la pena dell’ergastolo per Silvia e Paola Zani e Mirto Milani, responsabili dell’omicidio di Laura Ziliani (madre delle due imputate) nel maggio 2021.

Ai tempi, le due sorelle avevano lanciato l’allarme per la scomparsa della madre, il cui corpo fu ritrovato tre mesi dopo, ad agosto, sulle rive del fiume Oglio, nei pressi di Temù, dove la donna (che da tempo viveva in città) era solita andare durante il suo tempo libero.

La sentenza è giunta a conclusione di un’udienza in cui Michele Cesari, avvocato di Paola Zani, aveva chiesto una pena ridotta per la sua assistita rispetto agli altri due imputati, sottolineandone la marginalità nel delitto; Maria Pia Longaretti, difensore di Silvia Zani, aveva chiesto di differenziare le tre sentenze.

Domenico Chiaro, rappresentante dell’accusa, ha chiesto la conferma delle pene di primo grado, ricordando la premeditazione dell’omicidio, mentre Piergiorgio Vittorini, avvocato della parte civile, ha chiesto che gli immobili di Temù siano ipotecato a garanzia di Lucia, terza figlia della vittima. La Corte ha confermato le pene dell’ergastolo per quello che gli inquirenti avevano definito “trio criminale” e ha definito le spese processuali.

Pochi i commenti dopo la sentenza: Vittorini ha sottolineato l’occasione mancata per sentire delle scuse, mentre uno degli avvocati dei tre imputati sperava in una nuova perizia psichiatrica. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate entro novanta giorni.

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