Si avvicina il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche in valle sono previste diverse manifestazioni e incontri di sensibilizzazione. Un’operazione chiamata a fare fronte al notevole aumento dei casi nella provincia di Brescia. Diverse le probabili cause: se da un lato è lecito parlare di una crescita del fenomeno, è anche cresciuta la consapevolezza sul tema e quindi la volontà di denunciare. Da fine 2023 è inoltre in vigore la Legge Roccella, che ha ampliato il novero dei reati ascrivibili a violenza domestica.
A destare preoccupazione è soprattutto il numero dei casi di Codice rosso che, solo nel Bresciano, per il 2024 già supera i 2.000. La fotografia dei dati della Questura di Brescia, recentemente presentati, mostra come le istanze siano quasi raddoppiate rispetto al 2023. Oltre 200 i fascicoli aperti nel corso del 2024 per istanze e procedimenti per violenza domestica e atti persecutori. 50 gli ammonimenti decisi dal Questore.
Nonostante la consapevolezza sia aumentata, lo stigma e la vergogna a denunciare restano forti, tanto che si ritiene siano ancora troppe le donne che non sporgono denuncia. Ma a preoccupare non sono solo i numeri, quanto il sempre maggiore coinvolgimento di uomini giovanissimi, spesso con un vissuto di carattere problematico.
Le vittime della violenza di genere non sono, però, solo le donne. “I figli orfani sono ancora più vulnerabili: necessitano di trovare nelle istituzioni il supporto che normalmente darebbe una famiglia: supporto economico, prima di tutto, ma anche psicologico.” Sono le parole che Alice Lanfranchi, figlia di Gloria Trematerra, ha rilasciato al Giornale di Brescia.
Dopo la morte della madre, professoressa di liceo, avvenuta nel 2015 a Niardo per mano del marito Tullio Lanfranchi (dal quale si stava separando), Alice e il fratello Francesco sono stati supportati da una forte rete sociale. Oggi si ritengono “fortunati” per l’aiuto ricevuto, consapevoli che non è una fortuna condivisa da tutti gli orfani della violenza di genere.
Dopo la perdita di un genitore e l’incarcerazione dell’altro, è concreto per i bambini il rischio di restare soli. Le cifre fornite da recenti ricerche impongono una riflessione. Oltre un terzo (il 36%) ha assistito alla morte della madre. Nel 27% dei casi in cui un genitore è morto per mano dell’altro, il padre si è poi suicidato. In Italia gli orfani di femminicidio sono oltre 2.000: di questi, 74 sono in Lombardia.
Presentato presso il Palazzo Lombardia, il 20 novembre 2024 è diventato operativo l’Osservatorio Nazionale Indipendente sugli Orfani Speciali. L’associazione, nata dall’esperienza di Telefono Donna Italia, ha per mission la sensibilizzazione di “istituzioni e cittadini sulle sfide emotive, sociali ed economiche di queste bambine e bambini, fornendo loro assistenza concreta.”
Un obiettivo da raggiungere anche grazie all’assistenza alle famiglie affidatarie, ricerche specifiche e un lavoro volto ad “influenzare le politiche pubbliche per migliorare il sistema di welfare e garantire diritti e servizi adeguati alle vittime invisibili della violenza domestica.” Il centro, attivo a Milano presso la ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, mette a disposizione una linea telefonica dedicata, attiva h24: 392 772 3210.