AGGIORNAMENTO 23:39 A seguito della pubblicazione dell’articolo, abbiamo ricevuto una segnalazione da parte dei genitori di due alunni della classe al centro della vicenda, che ci raccontano una versione dei fatti differente: “Possiamo testimoniare che la ricostruzione da voi fatta non solo non descrive la complessa realtà della classe, ma altera la verità. Ribadiamo la nostra fiducia nei confronti del docente, che si sta impegnando perché gli studenti a lui affidati possano affrontare il resto del percorso scolastico con una preparazione adeguata”.


C’è un piccolo terremoto che una classe del Liceo Golgi di Breno sta attraversando. A raccontare, dal suo punto di vista, cosa sta accadendo, è la madre di un giovane studente di una classe del Liceo Scientifico, che con una lettera aperta ha scritto alla direzione dell’istituto e alla stampa perché gli episodi dal figlio vissuti non passino inosservati.

Tutto è cominciato l’anno scorso, con la formazione della classe: gli studenti e le studentesse hanno, già dai primi mesi dell’anno scolastico, incontrato alcune difficoltà con un docente, tanto da spingere i genitori a segnalare la situazione al dirigente scolastico tre volte, sottolineando gli atteggiamenti e i metodi di insegnamento dell’insegnante verso tutta la classe, che a stento riusciva a raggiungere la sufficienza nella sua materia.

Un appello, racconta questa madre, caduto nel vuoto, sia da parte della dirigenza che dello stesso docente che, invece, avrebbe addossato la colpa dei mancati risultati raggiunti dagli alunni a loro stessi, inadatti a suo vedere a frequentare un liceo.

Le cose non sono migliorate con il nuovo anno scolastico: giunti in seconda, gli alunni hanno ritrovato lo stesso docente, a cui nel frattempo è stata assegnata un’altra cattedra, “senza che il docente cambiasse minimamente il suo approccio con la classe”, scrive la madre, che estende le problematiche a tutto il nuovo corpo docente, colpevole secondo lei di voler “costruire un’elitè di classe di cui [alcuni studenti] non avrebbero potuto essere parte”.

Una situazione considerata insostenibile per nove componenti della classe, che in soli quindici giorni hanno deciso di lasciare il liceo e di proseguire gli studi altrove. “Quello che è stato fatto”, denuncia l’autrice della lettera, che si fa portavoce anche dei genitori degli altri alunni”, “è stato far pesare a chi non riesce le sue difficoltà, usando espressioni mortificanti e facendo vacillare la sicurezza degli studenti (adolescenti tra l’altro) non solo da un punto di vista scolastico ma anche personale e psicologico”.

Restiamo ovviamente a disposizione della Dirigenza scolastica per eventuali repliche e chiarimenti circa una situazione in cui spiace che finiscano al centro gli studenti, che la scuola la dovrebbero frequentare con la serenità di chi vuole costruirsi un futuro con le giuste competenze e il giusto supporto.

Share This