Il Soccorso Alpino lo aveva detto subito, che le operazioni di soccorso di Ottavia Piana, la speleologa 33enne di Adro iscritta allo Speleo Cai di Lovere rimasta bloccata da sabato sera nella grotta Bueno Fonteno, non sarebbero durate poco.
A causa del luogo inesplorato in cui i soccorritori (un centinaio quelli al lavoro) stanno intervenendo e di alcuni punti particolarmente stretti che richiedono attente opere di disostruzione, le tempistiche per il recupero di Piana potrebbero prolungarsi ancora.
La donna, intanto, domenica è stata trasportata in un punto della grotta in cui è stato allestito un campo base riscaldato: l’hanno raggiunta un medico ed un infermiere, che hanno constatato alcuni traumi seri alle gambe, al viso ed al torace.
Nonostante questo, la 33enne sta bene e nel possibile delle sue condizioni collabora con i soccorritori. Particolarmente impegnativo il passaggio della barella su cui è caricata la donna, che non attraversa alcuni punti e che quindi rallenta le operazioni di recupero.
Una cosa è certa: Ottavia Piana non è da sola, ma lungo il tragitto che porta al luogo in cui si trova ci sono una ventina di persone che stanno valutando come intervenire all’interno della grotta, oltre al personale medico che ne monitora le condizioni di salute, il tutto in un ambiente con un’umidità altissima, che costringe a ripetuti cambi di vestiti.
Ottavia Piana (protagonista di un episodio simile quasi nello stesso luogo nel luglio 2023) si trovava nella grotta Bueno Fonteno con altri speleologi per il “Progetto Sebino”, che ha l’obiettivo di mappare le cavità ipogee dell’area: non un impresa sportiva, ma un importante progetto di ricerca.
[Foto da Giornale di Brescia]