La montagna non si arrende è lo slogan scelto per la mobilitazione nazionale del 9 febbraio, in concomitanza con il count down di un anno all’apertura dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. In alta Vallecamonica i manifestanti si ritroveranno a Ponte di Legno, per ribadire le principali motivazioni della loro protesta.

Nell’elenco si trovano: lo sfruttamento del territorio e delle risorse naturali: “Progetti come quello sul Monte Tonale Occidentale, poco chiaro e ancora fumoso, che in alcune ipotesi prevede lo sbancamento della cima e il disboscamento della Valle del Lares, sono un attacco all’ambiente e alla biodiversità”, sostengono gli attivisti, che aggiungono un secondo punto: la “dipendenza dalla monocoltura dello sci e dai grandi eventi come le Olimpiadi, che porta a investimenti sproporzionati, che non tengono conto delle reali necessità delle popolazioni locali”.

Viene poi denunciato come “i finanziamenti pubblici vengono indirizzati verso l’industria del turismo, piuttosto che verso servizi essenziali come scuole e ospedali”. Nelle motivazioni si parla anche di “Sprechi di denaro pubblico in progetti come l’impianto per il bob a Cortina e la ripetizione di ecomostri che abbiamo già visto in occasione di grandi eventi” e dell’insostenibilità degli impianti sciistici per buona parte dell’anno: “Stazioni come Montecampione faticano a garantire una copertura nevosa stabile, con precipitazioni che durano solo brevi periodi e costringono a ricorrere a costosi impianti di risalita e di innevamento, mentre il territorio mostra evidenti segni di abbandono e degrado, in particolare nelle case vacanza” si legge nella nota. Inoltre si fa riferimento all’aumento dei costi della vita, che rende difficile la vita per i residenti e porta allo spopolamento delle terre interne e alle condizioni di lavoro precarie nel settore culturale e turistico.

La mobilitazione di domenica – condotta a livello locale da Ape Brescia, MTO2694, Unione Sportiva Stella Rossa, Collettivo 5,37 e L’Oco! Orco che orto – seguedue partecipatissime assemblee, a Edolo e Darfo Boario Terme, che si sono tenute nelle scorse settimane. In particolare durante il convegno a Edolo, dove è intervenuto il Comitato insostenibili olimpiadi, si è espressa con forza la necessità di ripensare la montagna e prendersene cura, sottolineando che invece di investire in nuovi impianti e piste da sci, sarebbe meglio finanziare progetti più utili agli abitanti delle terre alte.

“La mobilitazione del 9 febbraio non è solo una protesta, ma una richiesta di cambiamento, di un futuro sostenibile per le montagne e per le comunità che le abitano” concludono gli organizzatori, dando appuntamento per domenica alle 9:30 ai parcheggi auto all’imbocco della Val Sozzine. Da Brescia è organizzato un pullman con partenza ore 7 dal parcheggio.

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