Alcuni esponenti del Partito Popolare del Nord, sabato scorso sono saliti in Vallecamonica per presentare alla stampa il proprio progetto volto all’autonomia e per far capire quanto esso possa coinvolgere la Vallecamonica.

Una Valle definita da Francesca Losi, vicesegretario generale del partito, “culla dell’identità lombarda” che necessiterebbe, come il resto del Nord Italia, “di tutelare la sua coscienza identitaria”. In Vallecamonica il Ppn vuole darsi l’obiettivo di rompere l’”alleanza” tra Lega e Partito Democratico che, secondo Giulio Arrighini, responsabile del partito per la provincia di Brescia, “vanno a braccetto da trent’anni, gestendo il potere e lasciando intatte le logiche centraliste”.

L’incontro di sabato, dal tema “Quale futuro per l’autonomia in Vallecamonica” e tenutosi nella Sala della Comunità Montana, ha visto la presenza anche di Roberto Castelli, ex Ministro della Giustizia e segretario politico del Ppn (di cui ha annunciato l’apertura della sezione territoriale camuna), che ha ammesso la fatica di costruire il nuovo partito, ma ha anche accusato il Carroccio di avere “la responsabilità storica di non essere riuscita a intaccare il residuo fiscale”, che in Vallecamonica ammonta a “non meno di 600 milioni di euro: tasse che”, ha continuato Castelli, non si riverserebbero “sul territorio sotto forma di servizi di prossimità”.

La conferenza stampa sarebbe stato anche un modo per avvicinarsi alla quarantina di ex leghisti che due settimane fa avevano annunciato l’addio al partito di Salvini: il gruppo, per ora, non avrebbe preso decisioni sul suo futuro, sebbene oltre al Ppn sarebbero interessati ad includerlo tra le proprie fila anche Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Share This