Pian Camuno, Gianico e Darfo sono i paesi della Provincia di Brescia a più alto rischio idrogeologico.

 

A pochi giorni dal nubifragio di Livorno, che ha provocato vittime e feriti ed ha suscitato polemiche sulla gestione di un territorio non abbastanza monitorato per prevenire episodi come quello di sabato scorso, la Vallecamonica resta tra le zone del Bresciano più a rischio, nonostante i numerosi interventi eseguiti dalle amministrazioni comunali nel corso degli anni.

Pian Camuno, nella classifica dei dieci paesi bresciani più esposti all’emergenza, è primo con il 76,6% del territorio a rischio, seguito da Gianico, con il 75,1% e Darfo con il 63,9% di territorio a rischio. Sulzano è al quinto posto, con il 50,7%, seguito da Artogne con il 48,7 e da Vione con il 43,6%. Chiude Sale Marasino con il 38,3%.

La situazione non migliora se si prende in considerazione il rischio per numero di abitanti: in questo caso, Pisogne è primo con 959 abitanti su oltre 8.112 a rischio, seguito da Darfo con 763 su 15.524 e da Pian Camuno con 578 su 4.400. In classifica anche Borno, con 320 abitanti a rischio su 2.630.

Anche i beni culturali, ovviamente, risentono di questo rischio: secondo l’ Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, su 2.359 siti censiti, nell’ultimo rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia, in provincia 862  sono a rischio idraulico (182 a pericolosità elevata) e 325 a rischio frana, 28 dei quali in fascia molto elevata.

Proprio le frane sono quelle che preoccupano maggiormente la Vallecamonica ed i suoi edifici: Sonico ne ha 9 a rischio molto elevato su 17, sei quelli pericolosi a Monno. Infine il dato sulle imprese a rischio alluvioni: al primo posto c’è Cividate Camuno, con 118 aziende su 254 che devono temere eventuali fenomeni idrogeologici.

[Nella foto: frana causata dalla piena del torrente Plemort ad Ono San Pietro nei mesi scorsi]

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