Con dolore annunciamo la scomparsa del nostro Pontefice, Papa Francesco, avvenuta nella mattina di oggi, 21 aprile 2025: Jorge Mario Bergoglio, nato nel 1936, aveva 88 anni. Era salito al soglio pontificio il 13 marzo 2013, dopo la rinuncia al Pontificato espressa dal suo predecessore, Papa Benedetto XVI.
La comunicazione è giunta, intorno alle ore 09:47, dal cardinale Farrell e diffusa dalla Sala Stampa della Santa sede con questa nota: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
Le condizioni di Papa Francesco non avevano destato, nei giorni scorsi, particolari preoccupazioni, anche se la sua salute era costantemente monitorata dopo il lungo ricovero, durato 38 giorni, al Policlinico Gemelli di Roma. Le sue dimissioni, il 28 marzo scorso, lo avevano portato ad affrontare la convalescenza a Casa Santa Marta. Ma Bergoglio anche in questa fase delicata aveva deciso di dimostrare la sua vicinanza ai fedeli e la sua gratitudine per le preghiere a lui riservate, mostrandosi in pubblico, seppur per poco, in alcune recenti occasioni. Le sue condizioni non gli avevano comunque permesso di presiedere la Via Crucis del Venerdì Santo.
Affacciato dalla Loggia delle Benedizioni, il Pontefice aveva impartito personalmente la benedizione Urbi et Orbi di Pasqua nella giornata di ieri. Di profonda valenza le sue parole lette ieri dal maestro delle Celebrazioni liturgiche, monsignor Ravelli. Forti i richiami all’attualità e ai conflitti in essere in più parti del mondo.
“Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità.”
E poi ancora: “L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno.”
Un augurio di vera speranza, parola chiave di questo Giubileo: “Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile!” Di ieri, l’incontro con Vance, Vicepresidente degli Stati Uniti d’America, mentre una decina di giorni fa c’era stato l’incontro con Re Carlo III e la Regina consorte Camilla.
[A cura di Sandra Simonetti e Paolo Sutera]