Angolo Terme esce dal Consorzio della castagna.

Il Consiglio comunale, che si è riunito sabato mattina, ha approvato la messa in liquidazione della quota di partecipazione nel Consorzio camuno, che costava alle casse comunali circa 1.500 euro all’anno.

Il sindaco Alessandro Morandini, nell’annunciare la decisone, l’ha motivata in questo modo ai quotidiani: “La normativa ci obbliga a uscire da società che non rispettano determinati parametri. Negli ultimi tre anni il Consorzio della castagna di Vallecamonica ha conseguito perdite di bilancio e non c’è più né la possibilità né la volontà di continuare in questa avventura. Siamo pronti a sederci al tavolo nel momento in cui verrà presentato un progetto serio per il rilancio della castanicoltura”.

Una decisione, quella di Angolo Terme, che si accoda a quella già presa da altri Comuni della Vallecamonica.

Gabriele Prandini, presidente del Consorzio della castagna, ha replicato che il Comune di Angolo Terme, come altri enti, ha fatto una scelta legittima. Ma ha anche aggiunto amareggiato che negli ultimi anni si è deciso di investire tanto nella viticoltura e in altri prodotti ma non si è mai creduto seriamente nella microeconomia della castagna.

Nel frattempo, fanno sapere dal Consorzio, quest’autunno le castagne sono tornate a livelli record di produzione, dopo la sconfitta del parassita cinipide che nel 2015 aveva quasi azzerato il raccolto.

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