È arrivata una lettera dalla prefettura a decretare la fine dell’Unione dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo.
Qualche giorno fa il prefetto Annunziato Vardè fa ha notificato una diffida al presidente dell’Unione – ovvero il primo cittadino di Ceto Marina Lanzetti – che sa di “ultimatum”: se il presidente non riunirà l’assemblea dell’Unione entro venti giorni per deliberare la nomina del suo successore, sarà il prefetto stesso a farlo.
Marina Lanzetti non è intenzionata a cedere, perché proprio sulla nomina del presidente si è consumato l’ultimo degli scontri: se per uscire dall’impasse i sindaci di Cimbergo e Paspardo (Polonioli e De Pedro) avevano chiesto a Ceto di farsi da parte e di permettere ai due di mandare avanti l’aggregazione, il sindaco di Ceto aveva risposto con una delibera, in cui invece pretende lo scioglimento dell’Unione, così da chiudere per sempre l’esperienza.
Vardè ha fatto valere la norma del Testo unico degli enti locali, in base alla quale un presidente è tenuto a riunire il Consiglio quando lo richiedono un quinto dei consiglieri (com’è avvenuto per l’Unione), inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste (ovvero la nomina del nuovo presidente).
A breve distanza è arrivata la risposta di Ceto: la convocazione del Consiglio comunale per il 3 novembre, in cui, tra i punti all’ordine del giorno figura il “recesso dall’Unione dei Comuni”.