Numeri in ripresa per la stagione venatoria 2019-2020, che apre domenica: almeno 20mila le doppiette bresciane pronte. Dal 15 settembre nel mirino dei cacciatori ci sarà la selvaggina stanziale in forma vagante al mattino, mentre di pomeriggio dovranno limitarsi alla migratoria (sempre in forma vagante) senza cane, nell’Atc e nelle zone B dei comprensori alpini.
I capanni sono autorizzati sempre per tre giorni settimanali, ma con possibilità di scelta. Sarà così fino al primo ottobre. Poi si potrà sparare anche nelle zone alpine di maggior tutela, le cosiddette zone A.
Tra le novità l’abolizione del limite delle 55 giornate di caccia, e il ritorno alla cattura dei richiami vivi (sebbene sia arrivato subito il ricorso della Lac, con il pronunciamento del Tar atteso per il 10 ottobre). C’è pure una regolamentazione della caccia al cinghiale, ed è rientrato il commissariamento dell’Atc unico, con la nomina del nuovo Comitato di gestione presieduto da Alessandro Sala.
Sui vari aspetti della stagione imminente è intervenuto il Codacons, che scrive: “I numeri degli anni recenti parlano chiaro sui rischi di questa attività: ben 114 morti nel 2017/18, plurimi casi di mancato rispetto delle regole e crudeltà nei confronti della fauna”. Alla luce di questi dati l’associazione dei consumatori di Lombardia chiede un intervento massiccio della Regione perché introduca limitazioni più stringenti e maggiori controlli.