Se bisogna rinunciare ai box interrati, almeno si valorizzi il sito archeologico. Questa la volontà dell’amministrazione comunale di Ono San Pietro in seguito alla scoperta, l’estate scorsa – durante i lavori di scavo per la realizzazione della strada di collegamento tra le vie Mossino e Zeva e di parcheggi sotterranei – di un insediamento di età romana.

La Sovrintendenza ha bloccato i cantieri, catalogando tra i resti: tre strutture interrate di dimensioni piccole e medio grandi, da 2 e fino a 6 metri, con murature in pietra, riferibili a un insediamento alpino d’età romana risalente alla media e tarda epoca imperiale, oltre a un quarto edificio del medesimo periodo, forse comunicante con i primi; grossi blocchi di pietra che potevano costituire un muro di terrazzamento, un deposito ricco di carbone, alcune buche sparse e vaste superfici di pietrame, frammenti di vasellame, materiale ceramico, oggetti metallici e contrappesi litici usati probabilmente per il funzionamento di telai.

Concluse le operazioni di recupero e catalogazione dei reperti, si è steso un progetto di promozione dell’area archeologica, affidato dal Comune all’architetto Gianni Prandini. In particolare verrà posata una passerella che permetterà di osservare dall’alto i resti del piccolo insediamento di epoca romana, con tanto di pannelli esplicativi.

La Regione ha garantito un contributo da 33 mila euro, dei 50mila complessivi necessari, da investire nella valorizzazione del sito. Con la collaborazione della Sovrintendenza ai Beni archeologici saranno realizzati anche una pubblicazione illustrativa dei ritrovamenti e degli opuscoli.

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