E’ uno dei temi legati all’attuale situazione del nostro Paese che fa più discutere: parliamo delle ancora numerose persone che, nonostante l’appello che dura ormai da tre settimane di non uscire di casa, complici anche le belle giornate e le alte temperature si concedono una passeggiata a piedi o in bicicletta lungo le varie piste ciclabili della Vallecamonica.
Mentre al Governo si valuta un inasprimento delle misure da adottare che dovrebbe contemplare anche il divieto di fare sport all’aperto, alcuni sindaci camuni hanno deciso di agire in anticipo. Così, dei tratti di ciclabile di competenza di alcuni Comuni, su ordinanze firmate dai primi cittadini, sono stati chiusi al transito pedonale e su due ruote.
E’ successo a Gianico, Artogne e Piancamuno, dove i tre sindaci hanno unito le forze e chiuso il tratto di pista che attraversa i loro paesi; anche Pisogne ha adottato una misura simile, chiudendo il tratto della Vello-Toline di sua competenza ed il tratto dal ponte sul canale in località Boschetta fino all’intersezione con via Kennedy e dall’accesso di via Comarolo fino al confine con Pian Camuno.
Salendo lungo la Valle, anche a Cividate Camuno si è deciso di vietare l’accesso sia ai parchi giochi comunali, ai percorsi del Parco del Barberino e del Parco delle Culture che il percorso ciclabile che costeggia il fiume Oglio, fino al confine con Esine e Breno. Anche in quest’ultimo Comune, un’ordinanza ha chiuso il tratto di ciclabile che lo attraversa.
Decisioni a cui potrebbero far seguito, nelle prossime ore, quelle di altri Comuni nella stessa direzione, ovvero quella di limitare le uscite ed evitare la formazione di assembramenti. Emblematiche, in questo senso, le parole di Mirco Pendoli, sindaco di Gianico: “Io ci tengo alla salute mia e a quella dei miei cittadini”, ha scritto sui social network, “state a casa per voi e per gli altri”.