Dopo l’assoluzione con formula piena dei fratelli Flavio e Ivano Bettoni sul caso ex Selca di Berzo Demo, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza. Il tribunale di Brescia ritiene che il prodotto uscito per anni dallo stabilimento di Forno Allione e destinato a diverse acciaierie e cementifici italiani era in linea con le differenti autorizzazioni ottenute, materiale usualmente commercializzato (tanto da essere considerato nelle tabelle europee) e destinato a utilizzi consentiti.
‘Se esaminata da funzionari pubblici esperti, capaci e preparati’, si legge, ‘la loro destinazione, il tipo di utilizzo e l’assenza di ricadute negative maggiori rispetto all’utilizzo di materie prime, anche oggi il procedimento di recupero già attuato potrebbe astrattamente essere autorizzato’.
Il tribunale non rileva che nel materiale importato dalla Selca, trattato e poi rivenduto alle acciaierie, non fossero state eliminate le componenti pericolose: i cianuri e fluoruri contenuti nelle celle. Il giudice sottolinea che nessuna norma e nessuna autorizzazione lo imponevano. Il tribunale -oltre ad escludere la sussistenza del traffico illecito per il quale la Procura aveva chiesto di condannare i Bettoni a 4 anni di reclusione- ha infine escluso anche l’elemento soggettivo, sostenendo che i due fratelli abbiano sempre lavorato in trasparenza e correttamente.