Hanno trascorso la prima notte in carcere a Verziano nella stessa cella, Paola e Silvia Zani, le figlie di Laura Ziliani, del cui omicidio sono state accusate, con l’arresto avvenuto venerdì mattina nella loro abitazione di Brescia. Mirto Milani, compagno di Silvia, si trova invece in isolamento a Canton Mombello: tutti e tre, martedì, compariranno davanti al Gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, per l’interrogatorio di garanzia.
Per i tre sarà l’occasione di parlare e chiarire la propria posizione, mentre chi ha indagato in questi mesi prima sulla scomparsa e poi sul ritrovamento del corpo di Ziliani spera possano emergere dettagli su come la donna possa essere stata uccisa.
La presenza di benzodiazepine in quasi tutti gli organi della donna porta a due ipotesi: che la vittima abbia ricevuto una dose massiccia del farmaco o che lo abbia utilizzato in modo costante. Esclusa –stando alle testimonianze del compagno della donna e delle stesse figlie durante le indagini- l’idea che Ziliani stesse assumendo farmaci, si fa strada tra gli inquirenti l’idea che la donna possa essere stata stordita con i farmaci e poi soffocata del sonno, rendendole impossibile reagire.
Resta in queste ore, sempre da parte di chi sta effettuando le indagini, la convinzione che alla base dell’atroce gesto possano esserci ragioni di natura economica, legati in particolare all’ossessione che i tre arrestati avrebbero avuto per il patrimonio immobiliare gestito dalla donna.