In programma in giornata gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati venerdì per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa l’8 maggio e il cui corpo venne rinvenuto tre mesi dopo nei pressi del fiume Oglio, sempre a Temù.

Silvia e Paola Zani, due delle tre figlie della vittima, e Mirto Milani, fidanzato della maggiore, avranno per la prima volta l’opportunità di dare la propria versione dei fatti e chiarire il ruolo di ciascuno nella vicenda: chi e come ha ucciso la 56enne e quando e in che modo il corpo è stato sotterrato. Su quest’ultimo aspetto inquirenti e medici sono convinti che il cadavere sia stato a lungo in un luogo più riparato dagli agenti atmosferici, perché troppo ben conservato per essere rimasto da maggio ad agosto sottoterra.

Il “trio criminale”, come è stato definito dal gip che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, risulta indagato già da fine giugno e sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia: le due sorelle Zani nel carcere di Verziano, a Canton Mombello il 27enne Milani.

Intanto è emerso un dettaglio, fornito con rammarico ai cronisti da un amico di Laura Ziliani. In una chat di gruppo il weekend prima di scomparire nel nulla l’impiegata amante della montagna aveva declinato l’invito degli amici a un’escursione programmata per la domenica 9 maggio rispondendo: “Festa della mamma, vado dalle mie bambine”. Fu così che le ragazze a Temù, nel fine settimana della festa della mamma, fecero scattare la trappola mortale: una massiccia dose di farmaci e il soffocamento, e già a mezzogiorno di sabato l’allarme per la scomparsa della madre. Era tutto premeditato.

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