Dalle tradizioni acquisite da oltreoceano, a quelle locali, che resistono al passare del tempo e alle nuove mode. Il 1° novembre, a Monno, è tornata la tradizione del Gabinàt, parola che deriva dal tedesco “Gaben Nacht”, ovvero “Notte dei doni”: un appuntamento che resiste grazie all’impegno della Pro Loco locale, che anche quest’anno, al termine della Messa delle ore 16:00, si è fatta trovare pronta per rispettare il rituale.

Se in passato bambini e bambine dovevano raggiungere la canonica, ora i più piccoli del paese si sono recati di corsa presso la sede della Pro Loco, dove hanno trovato dei volontari pronti ad accoglierli ed a dare loro i classici doni: le “tèteghe”, ovvero le castagne lesse, del cioccolato e del pane di segale in due forme differenti.

I “canàoi” -simili ai collari fatti indossare alle capre- alle ragazze ed i “bek” -a forma di corna- per i ragazzi. Quindi, la corsa in paese al grido di “Gabinàt, gabinàt, tira la cua al gat”, per trovare altri dolci donati da amici e parenti.

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