La conta dei danni è pesante in Vallecamonica dopo la seconda nottata di maltempo, quella tra mercoledì e giovedì. Pesante quanto lo erano le palle di ghiaccio che si sono abbattute in maniera mai vista sui paesi della media Valle e dell’Altopiano del Sole, fino ad Angolo Terme. Chiamarla grandine non rende l’idea di ciò che da un momento all’altro ha iniziato a scagliarsi contro ogni cosa, rovinandola e danneggiandola. Chi non è riuscito a mettere al riparo l’auto l’ha trovata mitragliata, in alcuni casi con i vetri frantumati. I pannelli solari delle abitazioni hanno subìto rotture notevoli.
Il disastro più emblematico quello al parco fotovoltaico di località Creone di Malegno, ma anche i pannelli solari di palestra e municipio: il 60% di essi, ha stimato il sindaco Paolo Erba, sono danneggiati: “Siamo assicurati ed è partita la segnalazione danni. Nei prossimi giorni scopriremo le conseguenze sulla produzione. I mancati guadagni potrebbero essere significativi ed avere ricadute sul bilancio comunale” afferma alla fine di una giornata passata a fare la ricognizione dei disastri in paese: non solo beni pubblici ma anche tanti privati, come tetti, tegole e lucernari, auto, da sommare ai danni alla viabilità, con la strada montana di Bagnolo-Pile-Pratlong chiusa per uno smottamento.
Danni ingenti anche nei paesi di Ossimo e di Borno. “E’ in atto il conteggio reale dei danni, in evoluzione anche per il tipo di interventi necessari per acquisire i dati. I Comuni stanno inviando le schede RasDa per la definizione precisa di tali danni” spiega Paolo Erba, che è anche presidente dell’Unione dei Comuni degli Antichi Borghi, di cui fanno parte i Comuni più colpiti dalla eccezionale grandinata: “L’Unione ha scritto, a nome dei comuni interessati, a Dipartimento Protezione civile, Regione Lombardia, Provincia di Brescia e Comunità Montana per manifestare la difficile situazione sia per gli enti pubblici sia per i cittadini, a seguito dell’evento naturale straordinario”.
Anche all’Annunciata di Piancogno la strada dalla località Rocca, verso il convento, è stata chiusa per una frana e la fuoriuscita di un torrente. Cerveno aveva già registrato mercoledì mattina, dopo la prima tornata di pioggia, grandine e vento, l’interruzione della strada del monte, per il materiale riversatosi sulla strada all’altezza della Val de Les. Con le precipitazioni della serata successiva e la bomba d’acqua di giovedì pomeriggio la situazione è peggiorata, come spiega il sindaco Marzia Romano: “Oltre alla Gibezza, anche la Val de Les e la Valle dell’Inferno sono esondate pericolosamente. Il materiale sceso a valle della strada è tanto e ha interessato anche alcune strade comunali a Losine. È previsto sopralluogo con Regione per la procedura di pronto intervento”.
In mezzo c’è Niardo, con i suoi abitanti che hanno vissuto ore di paura, memori di quanto accaduto un anno fa. Il sistema di allarme posizionato nei pressi dei torrenti, che è attivo, è scattato mercoledì sera quando pioveva abbondantemente, ma deve ancora essere tarato, come ha spiegato il sindaco Carlo Sacristani, che ha chiesto al geologo e alla protezione civile di effettuare sopralluoghi per monitorare Re e Cobello: “I torrenti sono sotto controllo, si sono verificati soltanto alcuni allagamenti di abitazioni in via Brendibusio dovuti all’abbondante pioggia”.