In Mortirolo c’è un monumento che intende celebrare la memoria dei caduti della Legione Tagliamento, collocato al centro di un’area pascoliva, sopra a un basamento in cemento che un tempo faceva da supporto a un traliccio. Qui è stata affissa una targa con un mini fascio littorio, dal quale esce un pennone col Tricolore. Stando alle notizie, qualche settimana fa si sarebbe anche svolta una cerimonia in suffragio dei repubblichini morti.

In merito al fatto che l’amministrazione, come sembra, avrebbe concesso in comodato gratuito l’area ai “custodi del cippo della prima legione d’assalto Tagliamento” – come si può leggere sul sito del Comune di Monno – sono intervenuti finora l’Associazione Fiamme Verdi di Brescia e il Partito democratico di Vallecamonica, entrambi con una lettera, in cui chiedono al Comune di Monno di rimuovere il monumento e ogni altro manufatto o simbolo che inneggi alla Legione Tagliamento e ai suoi appartenenti.

Ricordano le Fiamme Verdi, con il presidente nazionale Tagliani e quello provinciale Peli, che si tratta di un monumento “alla memoria dei militi repubblichini che, durante la guerra di liberazione, insanguinarono la Vallecamonica con il loro nefasto collaborazionismo con i nazisti, contro le popolazioni civili e i partigiani in armi saliti in Mortirolo per liberare l’Italia”.

Da parte sua il PD camuno ha diffuso una nota in cui si legge: “I valori dell’antifascismo e della Resistenza costituiscono la nostra identità: lo abbiamo scritto nel nostro decalogo per gli amministratori locali, nel 2020. Per questo condanniamo senza indugio la posa di un monumento che inneggia alla Legione Tagliamento sul territorio del Comune di Monno e ne chiediamo la rimozione, evitando così di creare un nuovo luogo di raduno per i nostalgici del fascismo proprio dove le forze partigiane combatterono e morirono per difendere la nostra libertà”. Soltanto dieci giorni fa a poca distanza, davanti alla chiesetta di San Giacomo, si celebrava il raduno delle Fiamme Verdi.

Sulla questione l’Anpi di Vallecamonica si riserva di esprimersi nei prossimi giorni con un comunicato ufficiale: prima l’associazione è intenzionata a fare richiesta al Comune di accesso agli atti per andare fino in fondo e poter ricostruire i fatti. Nel frattempo il presidente Luca Santi riferisce indignazione e rabbia per il monumento, e soprattutto per il ruolo giocato dal Comune di Monno concedendo l’area.

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