Tre condanne e due assoluzioni: questa la richiesta dell’accusa nel processo sulla morte di Nadia Pulvirenti, la terapista 25enne che nel gennaio 2017 fu uccisa a coltellate da Abderrhaim El Mouckhtari, ospite della Cascina Clarabella in regime di residenzialità leggera.
Se l’uomo non è sotto processo per incapacità di intendere e di volere ed ora si trova in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, il processo si è concentrato sui datori di lavoro della vittima: il pm ha infatti chiesto quattro anni per Claudio Vavassori, presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Diogene, per cui lavorava Nadia; due anni per Laura Fogliata, medico e componente della cooperativa ed un anno per Annalisa Guerrini, psichiatra del Cps di Rovato e responsabile della predisposizione del piano terapeutico individuale di El Mouckhtari.
Il pm ha invece chiesto l’assoluzione per Andrea Materzanini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Iseo e per Giorgio Callea, responsabile del Centro Psico Sociale di Iseo, in quanto non avevano rapporti con il paziente.
L’accusa si sofferma sul fatto che l’omicidio si sarebbe potuto evitare: secondo il pm la patologia del paziente non è stata contenuta a dovere, fino a passare, pochi mesi prima dell’assassinio, ad una terapia autosomministrata. Gli esami del sangue stabilirono però che il paziente non assunse correttamente i farmaci.
Sono stati inoltre sottolineati altri precedenti in cui El Mouckhtari avrebbe aggredito la moglie ed i compagni di stanza, sempre con dei coltelli, che al momento dell’omicidio aveva a disposizione. Il pm ha anche sostenuto l’inadeguatezza del piano di valutazione dei rischi e la necessità di affiancare a Nadia un’altra persona, cosa che non è avvenuta. Il processo è stato aggiornato al 6 dicembre, quando ci sarà la discussione delle difese.