E’ morto lunedì mattina a Lima, in Perù, all’età di 94 anni, padre Ugo De Censi, il co-fondatore del Mato Grosso, realtà che negli anni ha permesso di sostenere numerose iniziative a favore delle popolazioni in difficoltà dell’America Latina.

 

Nato a Berbenno di Valtellina nel 1924, padre Ugo nel 1967 dopo essere andato nel Mato Grosso brasiliano per costruire una scuola ebbe l’idea di realizzare altre spedizioni che, dall’Italia, sostenessero quelle popolazioni. E’ nata così l’Operazione Mato Grosso, che si è estesa in tutta Italia fino a contare centinaia di gruppi e migliaia di volontari, che sostengono le missioni in Perù, Ecuador e Brasile.

La Vallecamonica si dimostrò da subito interessata all’azione di padre Ugo quando a Darfo arrivò, alla fine degli anni Sessanta, padre Luigi Melesi: con lui una cinquantina di giovani volontari iniziò a lavorare con l’obiettivo costante di aiutare il prossimo. Una realtà, quella del Mato Grosso, che anche in Vallecamonica non si è dimenticata dei valori profusi da padre Ugo fin dagli inizi: l’attenzione educativa, la volontà di non avere una struttura dirigenziale alle spalle e, soprattutto, lasciare che i ragazzi potessero decide quando e come far proseguire le attività, senza costrizioni.

‘E’ un movimento a-confessionale, senza un credo religioso o un ordine politico da cui, però, nel corso degli anni sono usciti numerosi ragazzi poi diventati sacerdoti’, ci hanno raccontato i volontari camuni. ‘Difficile dire quanti giovani camuni sia ora dentro il Mato Grosso: è una realtà composta da numerosi gruppi a cui si affiancano i gruppi formati dagli adulti’.

Ma la vera colonna dell’Omg sono i giovani: ‘L’idea di non avere una struttura’, ci spiegano, ‘arriva proprio dalla volontà di lasciare i giovani autonomi e permettere loro di decidere se interrompere o meno l’esperienza’. Anche per questo, padre Ugo non ha voluto nominare un suo successore: sarà il lavoro dei volontari a decidere se l’Operazione Mato Grosso proseguirà o meno, sempre con il metodo dell’autofinanziamento.

Ma stando a sentire le parole dei volontari, non c’è nessun rischio che quanto fatto e voluto da padre Ugo cessi di esistere: ‘A gennaio ci sarà un campo di lavoro a cui parteciperanno più di cento giovani, alle prese con qualsiasi tipo di lavoro, mentre da qualche estate sono impegnati in tutta la Valle, dal Tonale a Pisogne. I più grandi, invece, organizzano manifestazioni varie, come i mercatini alla Sacca, senza interferire con il lavoro dei ragazzi’.

La Vallecamonica è presente anche nelle missioni in America Latina: Dario Chiminelli, Diego Ducoli ed Anna Menolfi sono alcune delle persone che hanno lasciato la valle per andare ad aiutare le popolazioni più bisogne, insieme alle loro famiglie. A lor si affiancano, per un periodo di sei mesi, i giovani volontari, come i due camuni che ora si trovano in Perù.

‘Silenzio, sudare, arte e perdere’: sono le quattro parole che De Censi usava per invitare chiunque a fare del bene, e che hanno reso il Mato Grosso una realtà silenziosa ma fortemente presente. Padre Ugo ora si trova nella cattedrale Maria Auxiliadora a Lima, poi sarà portato a Chacas, sulle Ande, dove lo aspettano 15mila persone per salutarlo. Numerose le iniziative che si terranno anche in Provincia di Brescia per ricordarlo: durante il funerale, ci sarà una veglia di preghiera, mentre al ritorno dei sacerdoti dalle loro missioni si celebrerà una Messa.

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