È stato aggiornato al 22 febbraio il processo a carico di un uomo di Braone che nella notte del 4 gennaio 2021 avrebbe tentato di uccidere la moglie in preda a sonnambulismo. Mentre compiva il gesto di aggredire fisicamente la compagna dormiente si sarebbe svegliato, per poi lanciarsi dalla finestra di casa riportando ferite gravi, forse resosi conto della gravità di ciò che stava facendo.
Ieri, giovedì 14 dicembre, la donna camuna, ora ex moglie, ha deposto la sua testimonianza in Tribunale a Brescia nel corso del processo di primo grado. “Stavo dormendo quando, a un certo punto, ho sentito qualcosa sul mio viso. Ho reagito e ho lottato con questa figura che non ho riconosciuto. Ho sentito un dito in bocca e l’ho morso. Mi sono ritrovata in terra e ho visto che, di spalle, c’era mio marito. Ho urlato a mio figlio che papà voleva uccidermi. Mio marito si è girato e sembrava un’altra persona: un pazzo. Poi si è buttato dal terzo piano”.
Per il perito Liborio Parrino, incaricato dal tribunale “quella notte l’uomo poteva essere sotto qualche effetto di parasonnia non rem o forma epilettica notturna” e che l’imputato è perfettamente capace d’intendere e di volere. Fino a quel momento, ha raccontato ancora la donna, suo marito non era mai stato violento.