Non ci potrà essere alcun ricorso al Consiglio di Stato da parte del Comune di Breno per contrastare la realizzazione dell’antenna 5G per la telefonia mobile sorta nella frazione di Pescarzo a fine 2024 per opera Inwit Spa (Infrastrutture Wireless Italiane).

L’amministrazione di Alessandro Panteghini aveva chiesto a uno studio legale di valutare la sussistenza di un’impugnazione della sentenza del Tar di Brescia dalla quale il Comune di Breno è uscito sconfitto (la richiesta che era stata respinta era quella di spostare la nuova antenna in un terreno lontano dal centro abitato, nella zona dell’acquedotto).

I consulenti legali hanno ricordato che l’installazione dell’antenna si configura come un’opera di urbanizzazione primaria funzionale ai servizi nazionali di telecomunicazione, per la quale non è necessario il rilascio di concessione edilizia né il rispetto delle aree destinate agli insediamenti. Questo nuovo impianto si trova in un terreno privato, dato in concessione alla società che costruirà e gestirà l’antenna.

La battaglia legale potrebbe essere portata avanti autonomamente da alcune famiglie di Pescarzo che abitano a poche decine di metri dall’impianto e che sin dalle prime mosse della Inwit hanno espresso contrarietà e preoccupazione nei confronti dell’antenna, alta quasi 30 metri.

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