La formazione del personale ad un impiego accorto delle risorse pubbliche rappresenta un primo importante passo verso l’eliminazione del rischio frodi. Eventualità da scongiurare in ogni contesto, incluso quello sanitario.
Nella mattinata del 10 dicembre, presso l’Ospedale di Esine e alla presenza della stampa, è stato siglato un documento volto a rafforzare le misure di prevenzione e contrasto verso ogni condotta illecita.
Si tratta del “Protocollo d’Intesa tra Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valcamonica e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia a tutela delle risorse pubbliche ed in particolare di quelle afferenti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, del Piano Nazionale per gli investimenti complementari al PNRR e dei programmi cofinanziati da fondi strutturali dell’Unione Europea e della spesa sanitaria”.
Il testo è stato sottoscritto da Corrado Scolari, Direttore Generale dell’ASST della Valcamonica e dal Colonnello Francesco Maceroni, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia.
L’intesa mira a “rafforzare il sistema di prevenzione delle condotte eventualmente lesive degli interessi economici e finanziari pubblici connessi alle misure di sostegno e/o di incentivo e alle erogazioni”. Come evidenziato dal Colonnello Maceroni.
Al personale sanitario di competenza verrà fornita un’opportuna formazione. Tra le altre cose, l’accordo prevede infatti iniziative didattiche e incontri. Occasioni atte anche ad “agevolare lo scambio di esperienze maturate nei diversi settori di interesse”, ricorda Maceroni.
Competenze che si rafforzano quindi grazie ad un vicendevole scambio di informazioni per “assicurare, nell’ambito delle procedure amministrative di competenza di ASST, piena legalità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche”, sottolinea Scolari.
Il nuovo protocollo non rappresenta il primo passo di questa collaborazione. Esso rientra infatti nella cornice del Protocollo quadro d’intesa stipulato tra Regione Lombardia e il Comando Regionale Lombardia della Guardia di Finanza il 6 settembre 2022.
Un’intesa nata anche per rafforzare le azioni a tutela della liceità dell’azione amministrativa e delle fasi progettuali ed attuative relative all’impiego delle risorse pubbliche. In questo senso, un focus specifico è stato pensato per PNRR, PNC e spesa sanitaria.
La valorizzazione del territorio passa anche attraverso la riscoperta degli antichi saperi delle donne. Questo il presupposto dell’evento “Le nosse – laboratori e itinerari sui saperi femminili”, in programma il 14 e il 15 dicembre presso la Casa del Parco Adamello a Cevo.
Una festa di comunità declinata in workshop su filatura, tintura naturale ed erbe spontanee, la riscoperta di antiche tradizioni e leggende, una passeggiata sui sentieri di Merlino e della Donna del Gioco, musica dal vivo e degustazione di piatti locali.
La due giorni rappresenta il termine di un’ampia progettualità: “Saperi e trame al femminile in Val Saviore – un percorso partecipativo di valorizzazione”. Un progetto iniziato a giugno 2024 che si conclude ora condividendo gli esiti con tutti: partecipanti, abitanti, curiosi.
La curiosità viene risvegliata già dal titolo. Nel dialetto della Valsaviore, “nosse” significa infatti “nostre”. Formula linguistica impiegata per designare le erbe spontanee e mangerecce locali, come spiegano gli organizzatori.
L’impiego di erbe per tinture naturali o come ingredienti di piatti tipici rientra infatti a pieno titolo in quell’insieme di tradizioni di pertinenza fortemente femminile. Nei mesi, il progetto ha messo in luce le azioni di trasmissione e preservazione di conoscenze al centro del rapporto tra natura e storia locale.
Ne è emerso un quadro vivace sul patrimonio immateriale dei saperi femminili di montagna. Saperi raccolti attraverso l’ascolto attivo della popolazione e convogliati all’interno di una mappatura del territorio, che verrà presentata nel corso dell’evento.
Oltre alla mappa dedicata alle geografie dei saperi e degli usi femminili di Valsaviore e dintorni (dalla filatura alla pastorizia passando per il folclore locale), il progetto ha portato anche alla realizzazione di video interviste e tutorial.
Per chi non dovesse riuscire a partecipare all’evento, la mappa – con il QR-code dei video – resterà esposta in modo permanente presso la Casa del Parco di Cevo.
Si comincia quindi sabato 14 dicembre alle ore 14:30, proseguendo fino a sera, per riprendere domenica 15 dalle ore 10 di mattina fino al pranzo. Nell’iniziativa sono coinvolte anche aziende agricole locali, La Casa delle Streghe e gli Amici della Natura. La partecipazione ai laboratori è gratuita e aperta a tutti, previa prenotazione.
Per prenotarsi ai laboratori: 345 469 0666
Per i pasti e il pernottamento alla Casa del Parco di Cevo: 344 088 3080.
Saperi e trame al femminile in Val Saviore – un percorso partecipativo di valorizzazione” è promosso da meraki-desideri culturali in collaborazione con la Casa del Parco Adamello. I video sono stati prodotti da Somewhere Studio. Il progetto è realizzato con il contributo di Regione Lombardia, Avviso Unico 2024 – Ambito Patrimonio Culturale Immateriale.
Sabato 30 novembre, presso il Palazzo della Cultura a Breno, si è tenuto l’evento “Il Tocco Camuno”, cerimonia di premiazione delle tesi sulla Valle Camonica. Otto i lavori presentati da un totale di 5 giovani dottoresse e 3 giovani dottori.
Tanti e molto vari gli argomenti, tutti occasione di riflessioni utili per comprendere meglio il panorama della valle. Ogni neolaureata e neolaureato ha avuto a disposizione una decina di minuti per esporre l’elaborato.
Turismo di prossimità, musei, idrogeno, riappropriazione comunitaria, archeologia, dissesto idrogeologico, monitoraggio precipitazioni, narrazioni contemporanee di antiche storie e comunità.
Diversi i corsi di laurea e gli Atenei di provenienza: Università cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Libera Università di Bolzano, Università degli Studi di Brescia, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Bergamo e Accademia di Belle Arti di Brera.
Priscilla Ziliani, Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica, ha rimarcato come anche queste tesi rientrino nell’impegno che tutti siamo chiamati a compiere, nel piccolo e nel quotidiano, per mettere in risalto il bello del nostro territorio.
Affinché venga apprezzato e ammirato anche fuori, senza bisogno di ricercare il cosiddetto “effetto wow”. Ai premiati, ha ricordato la celebre citazione “stay hungry, stay foolish”, che ci sprona a mantenere la passione per costruire i nostri sogni.
Dottori e Dottoresse hanno ricevuto in premio 300 euro a testa e la collana con tutti i volumi dell’opera “Storia dell’arte in Valle Camonica”. La Prof.ssa Simona Ferrarini, particolarmente colpita dai lavori raccolti, ha introdotto al pubblico ogni tesi.
Barbara Marioli, Scienze della formazione primaria – UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE di BRESCIA. Tesi: PATRIMONIO CULTURALE E DIDATTICA DEL TERRITORIO. UN PROGETTO PER IL SISTEMA DEI MUSEI IN VALLE CAMONICA
Marioli, di Esine, ha approfondito il tema del patrimonio museale, includendo nell’analisi anche il Distretto culturale e il coinvolgimento dei bambini. A ogni museo del sistema ha dedicato una scheda, per crearne una sorta di mini-guida. L’analisi ha messo in luce anche come le strutture museali si integrino con il territorio.
Francesco Ferrero, Design e Art – LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO. Tesi: POSTE ALPE – FUTURING ALPINE CRAFTS AS A CATALYST FOR EXPLORING ALTERNATIVE NARRATIVES
Ferrero viene da Torino e si è avvicinato alla Valle Camonica grazie a Ca’Mon, a Monno. Il progetto al centro della tesi, “Poste Alpe”, è un tentativo di riconnettere la comunità con le pratiche artigianali in un’ottica di riappropriazione collettiva in una realtà più varia e contemporanea. Il focus era sulla riattivazione dello spazio pubblico, sia per le scuole che per la comunità tutta.
Matteo Benetti, Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA. Tesi: ANALISI GRANULOMETRICA SUPERFICIALE DEL TORRENTE BLÈ MEDIANTE IMMAGINI AD ALTA RISOLUZIONE OTTENUTA DA DRONE
Benetti, di Botticino, ha affrontato il tema della geomorfologia dei bacini montani concentrandosi in particolare sul Torrente Blè – tra Ono San Pietro e Cerveno – e la Valle Rabbia a Sonico. La sua analisi è stata portata avanti anche grazie all’ausilio di fotografie scattate da drone e di algoritmi per la rielaborazione dei dati. Ha indagato quale sarebbe l’entità di una possibile colata detritica che potrebbe svilupparsi a seguito di precipitazioni abbondanti.
Silvia Corbetta, Archeologia – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO. Tesi: UNA NUOVA AREA FUNERARIA DELL’ETÀ DEL RAME A BRENO, VALCAMONICA, ANALISI TIPO-TECNOLOGICA DEGLI ORNAMENTI
Corbetta, brianzola di Seregno, si è concentrata sull’analisi archeologica dell’area venuta alla luce con gli scavi in Piazza Generale Ronchi a Breno. Un intervento che ha lavorato anche nella direzione di dare un volto alle popolazioni antiche dei corpi inumati, tracciando anche un’analisi del sacro. I resti dei manufatti rinvenuti testimoniano il notevole livello di precisione, anche su vaghi di dimensioni millimetriche.
Matteo Mercanti, Ingegneria Meccanica – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA. Tesi: HYDROGEN VALLEY IN VALLE CAMONICA: ANALISI DELLA PRODUZIONE ED UTILIZZO DI IDROGENO VERDE PER IL TRASPORTO FERROVIARIO
Mercanti, di Capo di Ponte, ha concentrato le ricerche sui treni alimentati a idrogeno, tema quanto mai attuale. La sua analisi tecnica ed economica si è focalizzata su un impianto di produzione di idrogeno verde in Valle Camonica, all’interno della cornice progettuale di H2IseO e mira a comprendere il fabbisogno energetico dell’impianto, il consumo d’acqua e la possibilità di sfruttare fonti energetiche rinnovabili prodotte direttamente sul territorio.
Chiara Marmaglio, Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA. Tesi: MONITORAGGIO MULTI-SENSORE DELLA SOLLECITAZIONE IDROMETEREOLOGICA NELLE COLATE DETRITICHE IN VALLE CAMONICA E IN VAL DI SOLE (2012-2023)
Marmaglio, da qualche anno residente a Sonico, ha mostrato l’importanza di creare una rete pluviometrica locale di radar e stazioni funzionanti per garantire l’accuratezza della previsione. Uno strumento da solo non basta, vanno messi in rete tra loro in modo funzionale, al fine di ridurre il rischio per persone e infrastrutture.
Beatrice Merzi, Planning and Management of Tourism Systems – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO. Tesi: PROXIMY TOURISM IN CAMONICA VALLEY: ANALYSIS AND LOYALTY PERSPECTIVES
Merzi, di Erbanno, ha indagato l’importanza delle seconde case per il turismo di prossimità in Valle Camonica, con una ricerca di tipo quantitativo e qualitativo. Nel post pandemia i numeri dei turisti in valle sono tornati a crescere, anche se si riscontra un calo proporzionale delle affluenze estere. Grossa invece è la fetta dei turisti lombardi. Numeri che possono crescere ulteriormente con alcuni accorgimenti quali la proposta esperienziale, lo sviluppo della rete di trasporto fissa, misure per incrementare la sostenibilità ambientale e lo slow tourism.
Giorgia Motta, Arti Multimediali Del Cinema e del Video, ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA. Tesi: LA BÒTA DÈ LÒH
A causa di un imprevisto la Dott.ssa Motta, della Basilicata, non era presente alla cerimonia. In sua vece, il premio è stato ritirato dal Sindaco di Lozio, Natale Gemmi. L’elaborato consiste in un filmato di 9 minuti sulle storie del paese di Lozio, con un taglio poetico ed emozionante e un’attenzione per i dettagli. Motta ha conosciuto il paese grazie al progetto di residenze artistiche Falìa e ha assicurato che farà il possibile per tornare in valle.
Visto l’impiego della lingua inglese per la redazione di alcuni elaborati, dal pubblico è arrivata la proposta di restituire le tesi anche in una traduzione in italiano. Un aspetto ben accolto dai neodottori che hanno sottolineato come, in questo modo, si permetta alla ricerca di “tornare a casa”, con una fruizione agevolata per la valle.
I lavori sono infatti consultabili da tutti, essendo entrati ora a far parte del Fondo Tesi. Il fondo raccoglie le tesi di laurea di argomento camuno premiate ogni anno dalla Comunità Montana e dal Consorzio Comuni BIM di Valle Camonica.
Al racconto dell’evento Il Tocco Camuno dedicheremo una puntata di VocePRESENTE, in onda alle ore 10:05 di venerdì 13 dicembre. Ascolteremo le testimonianze delle neolaureate e dei neolaureati premiati. La puntata si potrà poi riascoltare dal sito di Radio Voce Camuna, alla pagina dedicata alla trasmissione.
Sabato 30 novembre presso una gremita Sala consiliare, la comunità di Malegno ha assegnato la ventesima edizione del Premio Mites Terram Possident ad Antigone, associazione che dal 1991 lotta per il rispetto dei diritti e della dignità dei detenuti.
La serata si è aperta con la musica del Take the four jazz quartet, composto da studenti del liceo musicale che hanno allietato l’evento con più interventi.
Dario Pezzoni ha esordito l’incontro ricordando come, dal 2005, ad oggi il Premio venga assegnato a chi si è contraddistinto per opere di pace, solidarietà e bontà a livello locale e nazionale. Organizzato dal Comune di Malegno e dalla Parrocchia di S. Andrea Apostolo, il Mites gode del supporto della Comunità Montana di Valle Camonica e del BIM.
Priscilla Ziliani, Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica, ha ricordato che non dobbiamo dimenticare chi ha lottato per permetterci di vivere nella pace. Il riferimento è andato agli articoli 11 e 2 (solidarietà) della Costituzione.
“La mitezza come valore evangelico è trasversale: dobbiamo ragionare sulla mitezza come qualcosa che ci accomuna e che, con l’umiltà, dovrebbe farci vivere meglio tutti” ha commentato il parroco, Don Giuseppe Stefini.
Il momento della premiazione si contraddistingue per essere anche un’occasione di riflessione collettiva. È stato mostrato un video del 2006, dove l’allora Sindaco Ales Domenighini spiegava il perché del Premio, auspicando con fiducia che potesse diventare una tradizione.
Il compianto Domenighini – insignito qualche anno fa a sua volta della dicitura “uomo di pace” – sottolineava il legame tra il Premio e lo stemma di Malegno: una pecora che bruca appena fuori dal suo ovile, accompagnata dal motto evangelico che rimanda a come la terra sia di coloro che abbracciano la mitezza.
Una delle novità introdotte negli ultimi anni durante la premiazione è la lettura delle candidature pervenute, che nel 2024 erano 3. Oltre ad Antigone sono stati infatti proposti Igino Brian – orafo che fornisce formazione tecnico-professionale in Cambogia recuperando il metallo delle mine – e gli Amici in cordata nel mondo, che da oltre 30 anni sono attivi nell’est Europa, soprattutto in Bielorussia, ampliando poi le azioni di supporto umanitario anche in altri Paesi e continenti.
Da sempre, il Premio consiste sia in una componente economica che in una parte artistica. Francesca Martinazzi – Grata, artista malegnese che ha realizzato l’opera, ha raccontato come questa sia il frutto di un partecipato lavoro comunitario.
“Tre pomeriggi in cui abbiamo bevuto il caffè, giocato, lavorato con entusiasmo insieme.” Per più donne si è trattato del primo approccio alla tessitura su telaio. Il risultato è un tappeto (o arazzo, a seconda della destinazione d’uso) coloratissimo, ispirato ai toni della bandiera della pace.
A ritirare il Premio c’era Valeria Verdolini, Responsabile di Antigone Lombardia. Antigone, che non accetta finanziamenti governativi, si sostiene esclusivamente grazie alle donazioni.
Antigone è l’unica associazione ad essere autorizzata, da parte del Dipartimento di Amministrazione penitenziaria, per visitare le 190 strutture detentive italiane. Tra le battaglie che ha portato avanti ci sono l’impegno per l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano e le attività di monitoraggio e advocacy contro il sovraffollamento delle carceri.
L’impegno di Antigone è anche quello di coinvolgere i detenuti con progetti di sport, musica e rubriche radiofoniche. Aspetti che risultano quantomai importanti se pensiamo che, come ha raccontato Verdolini, in Italia ogni mese la popolazione carceraria aumenta di 200 detenuti e dall’inizio del 2024 ad oggi sono già 80 le persone che si sono tolte la vita in carcere.
Oltre all’Osservatorio sulle condizioni di detenzione e all’Osservatorio minori, Antigone è attiva anche a livello internazionale. “L’obiettivo è quello di lavorare a una sensibilizzazione a 360 gradi”, ha ricordato Verdolini.
Radio Voce Camuna dedicherà al Premio Mites Terram Possident per la Solidarietà e la Pace la puntata di VocePRESENTE in onda venerdì 20 dicembre. A partire dalle ore 10:05 ascolteremo il racconto dell’evento, con approfondimenti e interviste ai suoi protagonisti. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione sul nostro sito.
Giovedì 28 novembre a Malegno, nella settimana di celebrazioni per il patrono Sant’Andrea, si è tenuto il quinto e ultimo evento del Festival Abbracciamondo, edizione 2024. Titolo dell’incontro: “Voci dal Kurdistan, Storie, racconti e musiche di un popolo che resiste“. Una narrazione a più voci, grazie alla partecipazione del musicista Ashti Abdo e della giornalista Alessia Manzi.
In una gremita Sala consiliare il pubblico è diventato partecipe dei ritmi e delle melodie di questa terra lontana, che dal Trattato di Losanna del 1923 resta divisa tra quattro Stati: Turchia, Siria, Iran e Iraq. Un destino che nemmeno a distanza d’un secolo ha trovato pace.
A ripercorrerne le tappe la voce schietta di Manzi, inviata indipendente e autrice di reportage. In Kurdistan nel 2022, ha raccontato su più testate la storia dell’ecovillaggio di Jinwar, nella parte siriana della regione. Un luogo in cui la resistenza curda si unisce in particolar modo alla lotta delle donne contro il patriarcato, in ogni sua forma.
Non per niente, il nome “Jinwar” in Kurmanji significa “terra delle donne”. La comunità è quasi autosufficiente e prende spunto dalla Jineolojî, la scienza delle donne teorizzata da Ocalan. Un posto dove la giornalista ha trovato testimonianze importanti sulla condizione del popolo curdo e sulle ferite riportate dalla popolazione femminile.
Manzi scrive da anni di diritti umani, migrazioni e dei luoghi del mondo che si trovano in quella che un tempo era la Mesopotamia. Dei loro conflitti, a volte raccontati e troppo spesso taciuti.
Vi facciamo sentire uno stralcio dell’intervista che ci ha rilasciato e che potrete ascoltare in forma completa durante la nostra rubrica VocePRESENTE, in onda alle ore 10:05 di venerdì 6 dicembre:
E poi c’è la musica, capace di creare ponti tra le persone. Nessuno è stato esente dal fascino delle melodie portate in scena da Ashti Abdo. Musicista, polistrumentista, cantante e compositore curdo. Molti gli strumenti tra i quali abitualmente si districa: percussioni, fiati, corde. Testimonianze musicali di tante culture diverse.
Da 20 anni in Italia, Ashti coltiva la passione per la musica praticamente da sempre. Ha iniziato, racconta anche ai nostri microfoni, con le ninne nanne per fare addormentare la sorellina. Il suo repertorio ha tratto ispirazione dai racconti degli anziani, memoria storica di Afri, il villaggio siriano dal quale proviene, tra le colline del Rojava.
Una discografia di tutto rispetto. Tante le collaborazioni e i progetti, come “Domo Emigrantes”, e non mancano le uscite da solista. Molte anche le soddisfazioni. Nel 2018 si aggiudica il Premio DoReMiFaSud (rassegna musicale su inclusione e dialogo fra culture musicali differenti).
Nel 2023, a soli pochi mesi dall’uscita, il disco “Oltremura” (realizzato all’interno degli AbdoBudaMarconi) entra nella Transglobal World Music Chart. Tra le altre cose, Ashti quest’anno ha realizzato anche le musiche per lo spettacolo teatrale del giornalista Gabriele Del Grande.
Grazie alle contaminazioni con altri musicisti e la grande curiosità di ricerca verso stimoli sonori sempre nuovi, Ashti ha incontrato melodie e strumenti che affondano le proprie radici nell’Anatolia, nell’Asia Centrale e nel vasto bacino del Mediterraneo. Il suo talento si unisce alla sua storia: la vicenda di una persona arrivata in Italia grazie a un parente, per lavorare.
Alla serata ha preso parte anche un esponente della CGIL Valle Camonica-Sebino, partner nella realizzazione dell’evento. Ha fornito un breve quadro dei dati rilevati dallo sportello dedicato ai migranti. Solo nel 2023 in valle ha incontrato circa 6.000 persone, per un totale di 1.200 pratiche e 118 nazionalità.
“Ultimamente si sta vivendo anche l’arrivo di Curdi. Abbiamo contato una ventina di pratiche di ricongiungimento familiare.” Un dato da associare a una considerazione di Manzi: “Spesso i Curdi non rientrano nei dati delle migrazioni perché la loro nazionalità non è riconosciuta.”
Un popolo frequentemente dimenticato e fortemente osteggiato quello curdo. Una cultura alla quale spesso non è nemmeno concesso esprimersi nella propria lingua (che conta ben 6 dialetti). “La repressione trova forma anche con l’assimilazione: è un genocidio silenzioso. La popolazione resiste in tutti i modi”, rimarca Manzi.
Tante le sofferenze che si sono susseguite nel corso degli anni, tra cui vale la pena ricordare le efferate violenze perpetrate dai miliziani dell’Isis e, come esposto nel dettaglio da Manzi, le operazioni militari riconducibili all’espansionismo della Turchia.
Oltre al processo di turchizzazione “con la creazione di numerosi insediamenti per le famiglie dei mercenari. A questo si aggiunge che le carceri nella regione sono sotto la giurisdizione turca e che anche simboli del popolo curdo, come gli alberi d’ulivo, vengono divelti.”
A inizio febbraio 2023 è sopraggiunto inoltre un terribile terremoto che, colpendo la regione, ha mietuto decine di migliaia di vittime. Ciò che non hanno fatto sisma e incursioni su più fronti, lo ha fatto il colera, “che si è molto diffuso a causa della mancanza d’acqua per la chiusura dei fiumi.” A fare le spese di violenze e calamità non ci sono solo i Curdi, ma anche altre minoranze etniche come gli Ezidi.
C’è chi ha opposto resistenza – in varie forme – chi ha cercato di fuggire. Non solo verso l’Europa, ma anche nei Paesi limitrofi. I campi profughi sono tanti e sono grandi. Che provenga da uno Stato oppure dall’altro, il popolo curdo si è quindi incamminato anche lungo la Rotta balcanica.
“Il confine tra Bulgaria e Turchia lungo la rotta è uno dei più pericolosi.” Lungo i sentieri di montagna della Bosnia spuntano i cimiteri, si raccolgono testimonianze di violenze impunite.
Durante la serata si è citato anche il lavoro di Mezza Luna Rossa Kurdistan, associazione internazionale umanitaria attiva dal 1993 sui territori del Kurdistan. Con sede a Livorno, è codiretta da un co-Presidente uomo e da una co-Presidente donna e cogestita da volontari curdi e italiani.
Quello della tragedia del popolo curdo è un tema sicuramente degno di chiudere Abbracciamondo 2024. Un’edizione che, come sottolinea Silvia Turelli (operatrice sociale della Cooperativa K-Pax) “ha saputo coinvolgere il pubblico, con persone che hanno seguito tutti e 5 gli incontri di questo mese. Dall’inizio alla fine.” Ed è un po’ come se il Festival, diventando maggiorenne, abbia anche simbolicamente fatto tappa a Malegno: il paese in cui, 18 anni fa, è nato.
Come anticipato sopra, venerdì 6 dicembre alle ore 10:05 sulle frequenze di Radio Voce Camuna andrà in onda una puntata di VocePRESENTE dedicata all’evento. Ascolteremo le interviste complete a Silvia Turelli, Giorgia Lo Bracco (Consigliere dell’Amministrazione comunale di Malegno), Ashti Abdo e Alessia Manzi. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione.