Resta in carcere Roberto De Pedro, il 40enne di Paspardo finito in manette il 3 luglio scorso con l’accusa di fare parte di un presunto gruppo criminale capeggiato da due fratelli che creavano fatture false fino a 160 milioni di euro.

De Pedro nell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere ed aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. Il Tribunale del Riesame, però, ha rigettato l’istanza.

Secondo il gip l’uomo, nella cui casa dei genitori la Guardia di Finanza aveva trovato una valigia contenente banconote per un totale di un milione di euro, aveva il compito di “movimentare somme di denaro”, incassando -secondo l’inchiesta- una commissione dell’8% dell’importo delle fatture e dando “prova di essere profondamente coinvolto nella gestione dell’attività e di detenere, in una certa misura, potere decisionale”. Un altro bresciano coinvolto nell’inchiesta, invece, non è più ai domiciliari ristretti: il Riesame ha infatti accolto la richiesta del legale di Claudio Romellini di Rodengo Saiano.

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