Nonostante le difficoltà di un anno caratterizzato ancora dalla pandemia e soprattutto dallo scoppio della guerra in Ucraina e dalla siccità, la Finanziaria di Vallecamonica può dirsi soddisfatta del bilancio 2022 che, come detto durante l’assemblea ordinaria e straordinaria che si è tenuta a Breno mercoledì scorso, ha chiuso con un utile netto di 1,6 milioni di euro.

Nata nel 1983 grazie ad un gruppo di imprenditori e professionisti camuni, la società ha diversificato i propri investimenti tra energia rinnovabile, immobiliare, finanza, industria e microcredito. Quello principale è rappresentato dalla InBre, di cui detiene il 52% del capitale sociale; ci sono poi, tra le altre, la Iniziative Bresciane Partecipazioni, per il settore bancario Intesa San Paolo, per quello finanziario la Inser Spa e la Tipografia Camuna Spa.

Durante l’assemblea di mercoledì è stato anche approvato l’aumento delle liberalità, passato dallo 0,5% all’1% del capitale sociale, ovvero da 100mila a 200mila euro, risorse che in passato sono andate ad iniziative culturali ed artistiche.

Rinnovato anche il Consiglio di Amministrazione: Battista Albertani è stato confermato alla presidenza, affiancato alla vicepresidenza dall’ing. Riccardo Parolini e dall’avvocato Pierpaolo Camadini. Nel Cda entrano, inoltre, Giuseppe Pasini (presidente di Feralpi Group), Alessandro Serioli, notaio; Marco Mattei, presidente della Tassara Spa che prende il posto di Romain Zaleski e Gian Maria Seccamani Mazzoli.

Alberto Rizzi mantiene la carica di direttore generale, così come sono stati confermati come consiglieri Chiara Brichetti, Michele Bonetti, Ilenia Monchieri, Egidio Tempini e Maurizio Zannier. Rizzi ha confermato che le rinnovabili restano lo storico asset di Finanziaria, ma per il futuro si punta ad espandere il proprio raggio d’azione anche al settore del fotovoltaico.

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