Annunciato sabato sera, è arrivato domenica nel tardo pomeriggio, dopo quasi un giorno intero di trattativa, il Dpcm che cerca di fornire nuove misure più restrittive per fermare la diffusione del Coronavirus. Il braccio di ferro sulle attività da includere e da escludere dalla lista è andato avanti a lungo, con le imprese in pressing per tenere aperto il più possibile, e i sindacati in allarme per preservare la salute dei lavoratori.

La tensione in particolare è salita quando nell’elenco si trovavano ancora i codici 24 e 25, cioè “metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo”,  che di fatto avrebbe significato lasciare aperto “il 70% delle imprese metalmeccaniche”. Le due voci sono poi sparite dall’elenco definitivo. Inoltre la lista potrà essere aggiornata in un secondo momento con decreto del ministero dello Sviluppo economico e anche i prefetti avranno potere di bloccare eventuali aperture fuori schema.

Sono 80 le voci delle attività riconosciute come essenziali, che quindi continueranno a restare in funzione. Gli studi dei professionisti, dopo i vari allarmi lanciati dalle categorie, resteranno aperti (commercialisti, avvocati, ma anche ingegneri e architetti), così come l’intera filiera della stampa, dalla carta al commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi di informazione e comunicazione.

Oltre alle edicole continueranno a operare i tabaccai, ma con lo stop a Lotto e scommesse. Nell’ambito delle aziende restano attive tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale, compresa la fabbricazione forniture mediche e dentistiche. Inclusa anche la filiera del legno e, la fabbricazione delle bare.

Netta, invece, la riduzione delle attività della Pubblica amministrazione: restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione, rigorosamente a distanza. Attivi i servizi dell’Inps, e l’assistenza sociale residenziale e non residenziale. Sul fronte agroalimentare restano attive l’industria delle bevande, le industrie del cibo, la zootecnia. Anche l’industria tessile potrà continuare a operare escluso, però, l’abbigliamento. Le produzioni di gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come le raffinerie petrolifere non saranno fermate. Operative anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori, oltre alle diverse forniture, dall’energia elettrica all’acqua al gas. Previste anche la manutenzione sia di pc e telefoni sia di elettrodomestici.

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