E’ entrato nel vivo con il progetto Foodlab l’accordo stipulato nel luglio scorso tra il polo Unimont dell’Università degli Studi di Milano e l’Istituto Meneghini di Edolo. Della durata di cinque anni, l’accordo rinnova e amplia la collaborazione tra i due enti, includendo progetti di ricerca scientifica, attività didattiche e l’uso condiviso di strutture come serre tecnologiche e il laboratorio di preparazioni alimentari.

Quest’ultimo, con il nome appunto di FoodLab, vuole avviare delle ricerche per analizzare le caratteristiche agronomiche e i metodi di impollinazione di una varietà tradizionale di fagiolo alpino, il “Copafam”. Inoltre, docenti e studenti del Meneghini lavoreranno alla valorizzazione di colture locali di montagna e altre materie prime di interesse agro-alimentare nel nuovo FoodLab dell’Istituto.

Si punta così a integrare ricerca scientifica e applicazioni pratiche, valorizzando piante e alimenti tipici delle aree montane attraverso un approccio innovativo di “food ecology”. Tra le attività principali inserite all’interno del laboratorio, la creazione di un catalogo di “ingredienti attivi funzionali” presenti nei prodotti locali, lo sviluppo di prototipi di alimenti e bevande ad alto valore aggiunto – come caigua, carciofo di Malegno e il già citato fagiolo Copafam –, in collaborazione con produttori locali e ristoratori, e iniziative di educazione alimentare mirate alla sensibilizzazione, svolte in sinergia con scuole ed enti locali.

Iniziative che, ha confermato Raffaella Zanardini, dirigente scolastica del Meneghini, “si allineano ai principi dell’Agenda 2030, con un impegno concreto verso la sensibilizzazione ambientale e il rispetto della natura che ci circonda”.

Gli studenti e le studentesse avranno quindi l’opportunità di partecipare a esperienze formative sul campo, acquisendo competenze utili per comprendere l’importanza della conservazione ambientale e dell’uso responsabile delle risorse.

“Lavorando insieme”, ha aggiunto Anna Giorgi, responsabile del polo Unimont, “possiamo valorizzare la biodiversità delle nostre montagne, trasformando le risorse locali in opportunità concrete di sviluppo e crescita per gli studenti”.

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