A meno di un mese dal referendum per la fusione dei Comuni di Ponte di Legno e di Temù, con l’aggiunta questa volta di Vione, la campagna ellettorale si accende.

È di questi giorni il volantino nel quale i due coordinatori, Fabio Fogliaresi e Mario Rizzi, mettono nero su bianco le motivazioni della loro contrarietà.

Le maggioranze dei tre Municipi, si legge nel volantino, non hanno mai esplicitato le motivazioni politiche, sociali ed economiche sulle necessità della fusione e, in periodi di incertezze, “sarebbe meglio evitare rischi di inutili spese”. Ridurre il numero dei consiglieri comunali, poi, sostengono dal fronte del no, non farebbe risparmiare più di tanto, ma farebbe “calare la rappresentatività generale”, riducendo l’articolazione democratica.

Il volantino prosegue parlando dell’Unione dei Comuni dell’alta Valle, che finora ha agito in maniera “insufficiente, mentre invece dovrebbe gestire tutti i servizi: non è necessario abolire la propria identità storica, sociale, economica e politica per poter collaborare. Il comitato del no si chede inoltre che fine farebbe l’Unione stessa con la fusione.

Fogliaresi e Rizzi sostengono anche che i bilanci dei tre Comuni possono garantire la continuità amministrativa di ciascuno e i contributi della fusione servirebbero solo per pagare i costi della fusione stessa: alla fine, scrivono gli oppositori, “non rimarranno né denari né Comuni”.

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