Con un punto stampa in mattinata, mercoledì, tra euforia e stanchezza, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS ha chiuso a Fonteno le operazioni di recupero della speleologa bresciana Ottavia Piana, bloccata in seguito ad una caduta nell’Abisso Bueno Fonteno da sabato.

Davanti alle troupe giornalistiche giunte da tutt’Italia e non solo per seguire la complessa vicenda, hanno preso la parola il vicepresidente nazionale del Cnsas Mauro Guiducci, Alberto Gabutti della Direzione nazionale del Cnsas, Corrado Camerini, responsabile del Soccorso speleologico del Cnsas della Lombardia e Oliviero Valoti, direttore dell’Ats Bergamo.

Mauro Guiducci ha spiegato che subito sono state valutate le condizioni di salute di Ottavia Piana e, con il proseguire dell’intervento e il passare dei giorni, sono stati affrontati sia gli aspetti sanitari emergenziali che la soddisfazione di bisogni semplici, fino all’assistenza di tipo psicologico dettati dalla lunga permanenza in cavità.

È stata la stessa Ottavia ad incoraggiare i suoi soccorritori, fino a quando, alle 3 di notte, il 18 dicembre, è stata portata fuori dalla grotta: “Nell’ultimo tratto ci dava lei la carica”, ha detto Corrado Camerini, delegato lombardo. “Il nostro scopo è fare il nostro mestiere con risultato: la risposta dal Soccorso alpino è stata quella che ci aspettavamo. Il nostro Soccorso alpino è tra i più efficaci a livello europeo e anche questo l’ha dimostrato” ha detto Camerini.

Ottavia è apparsa molto provata e attualmente è ricoverata nel reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La 32enne di Adro avrebbe riportato traumi alle vertebre e alle costole, fratture alle ossa facciali e a un ginocchio, ma è sempre rimasta cosciente e stabile.

Per lei in 75 ore di lavoro si sono alternati 160 operatori del Soccorso Alpino e speleologico giunti da varie regioni italiane. Alberto Gabutti ha voluto tornare sulle polemiche legate ai costi dei soccorsi, scatenatesi soprattutto sui social: “Numerose strutture dello Stato partecipano in questi casi ed è la normalità anche per casi che potrebbero essere evitati se magari i cittadini si comportassero in modo diverso: fa parte dei costi che lo Stato e le Regioni affrontano” e aggiunge: “Quando salvi una persona che conosci, anche per i soccorritori, non è semplice: anche la parte emotiva è difficile da gestire”.

Alessandro Bigoni, assessore al Territorio e responsabile della Protezione civile del Comune di Fonteno davanti ai microfoni ha detto: “Come c’è la legge del mare, c’è la legge della montagna e questo prevede che non si lasci indietro nessuno: siamo soddisfatti del grande lavoro, una prova corale, come in una grande orchestra”.

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