A Pisogne il comitato “Pro casa del commiato pubblica” ha raccolto oltre 600 firme per chiedere che i residenti abbiano a disposizione non soltanto le sale del commiato private. La petizione popolare è stata avviata quando la sala della Rsa è stata chiusa agli esterni. Questo per una normativa regionale che lo prevede.
Il comitato ha consegnato la raccolta firme e le sue istanze al sindaco Federico Laini e al presidente della casa di riposo Oscar Panigada. In particolare si vorrebbe una soluzione che offra ai cittadini una pluralità di scelta tra casa del commiato privata e pubblica, perché “deve essere garantita anche nel momento drammatico del lutto”.
Il sindaco ha già spiegato che non è per volontà del Comune o della Rsa che non si possono più usare gli spazi della Casa di riposo, ma unicamente per la nuova normativa regionale, che impone che solo le imprese funebri possano aprire e gestire le sale del commiato.
Ne consegue che la Rsa ha dovuto chiudere alle richieste esterne alla struttura e che da qualche mese, nelle vicinanze del municipio, un’impresa di pompe funebri privata ha aperto un proprio spazio.
Precisando che l’ente locale non è parte in causa nella questione essendo appunto la Regione il soggetto competente, il sindaco Federico Laini ha promesso che proverà a chiedere all’ente regionale una deroga per l’apertura dello spazio pubblico.
Il comitato, forte del riscontro avuto dalla raccolta firme, ha anche esortato il Comune a mettere a disposizione una struttura adeguata ai cittadini. Il sindaco si è mosso, ma la risposta della Regione è stata che le sale mortuarie possono essere istituite e gestite solamente da imprese funebri e il Comune quindi non può aprirne una in prima persona.
L’unica soluzione ipotizzabile era che l’ente mettesse a disposizione una stanza alle imprese del territorio, ma la stessa Regione, con una ulteriore lettera, cha chiarito che nemmeno questa strada è percorribile. La questione rimane aperta.