È fissata per il 10 settembre al Rifugio Garibaldi l’inaugurazione dell’impianto di potabilizzazione dell’acqua. Un progetto atteso da tempo, reso possibile dalla collaborazione tra Cai di Brescia, Rotary Club Lovere-Iseo-Breno e il Dicatam – Dipartimento di Ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente e di matematica dell’Università degli studi di Brescia, in particolare i ricercatori del gruppo di Ingegneria sanitaria ambientale Sabrina Sorlini e Alessandro Abbà, con il coinvolgimento anche di tre studenti.

Attualmente l’acqua di cui fa uso il rifugio ai piedi della parete nord dell’Adamello per usi non potabili viene captata da pozze e rigagnoli provenienti dalla fusione di nevai ubicati a quote più elevate. La fornitura avviene mediante un sistema di tubazioni in plastica, un serbatoio intermedio e una vasca di accumulo. Se si vuole bere l’acqua, bisogna far ricorso a quella in bottiglia.

L’impianto di potabilizzazione che sta per essere collaudato è composto da una linea che tratta l’acqua di fusione del nevaio mediante un sistema di filtrazione, una disinfezione con ipoclorito di sodio e un’ulteriore filtrazione più spinta.

Dopo l’installazione dell’impianto, le attività proseguiranno con l’effettuazione di una campagna di monitoraggio dell’acqua erogata al fine di valutarne l’efficienza, la sostenibilità economica ed ambientale, nonché il livello di gradimento da parte dei clienti del rifugio. I voli dell’elicottero per rifornire di acqua imbottigliata il Garibaldi a breve potranno cessare.

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