Tutto era pronto, martedì mattina ad Iseo, per il taglio dei sette pini marittimi che da cinquant’anni garantiscono l’ombra ad iseani e turisti sul porto Gabriele Rosa. Con un colpo di scena dell’ultimo minuto, però, il via alle operazioni di taglio da parte degli operai già sul posto è stato interrotto dall’arrivo dei Carabinieri Forestali, chiamati da Legambiente Basso Sebino, associazione ambientalista che aveva organizzato, per ieri mattina, un sit-in contro il taglio degli alberi, a cui hanno partecipato anche il gruppo di opposizione di Progetto Iseo ed alcuni residenti.

Secondo il Comune, il taglio delle piante si è reso necessario a causa di alcuni interventi eseguiti in zona in passato, che hanno danneggiato le radici degli alberi, rendendole pericolose. Un intervento, questo, che sarebbe stato approvato dalla Commissione paesaggio nella seduta di giovedì scorso, a condizione però che i pini marittimi siano sostituiti da alberi di adeguata altezza e capaci di garantire i giusti spazi di ombra ora assicurati dalle piante storiche.

I carabinieri forestali giunti sul posto hanno chiesto di vedere le autorizzazioni a procedere, cosa che ha fatto sospendere, appunto, i lavori. Intanto, Legambiente torna sul progetto di restyling del lungolago di Iseo, di cui il taglio dei pini marittimi fa parte: “Il cantiere”, dicono gli ambientalisti, “è ancora aperto, e si è rivelato un pozzo senza fondo, portando i costi pubblici a 1,2 milioni di euro.

Dopo due estati con il lungolago chiuso e dissestato, il cantiere rivela tutte le difficoltà di un’opera che poteva essere ridimensionata e realizzata con un progetto meno costoso, egualmente efficace e senza danneggiare il lago, i commercianti e le casse pubbliche”. Legambiente, infine, si dice pronta a produrre una contro-perizia per salvare le piante.

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