Martedì 6 agosto, in una gremita Torre Federici a Vezza d’Oglio, Luca Giarelli ha tenuto la presentazione del volume “Stregoneria nelle Alpi”. Il testo, dato alle stampe nel 2022, ha destato una grande curiosità da parte del pubblico: presenti un centinaio di persone, intente a lasciarsi guidare tra i meandri della storia di Quattrocento e Cinquecento.

Nonostante la pubblicazione, nata a seguito della call for papers e del relativo convegno I.S.T.A., abbia già due anni, l’incontro ha dimostrato che l’attenzione per il tema è sempre molto alta. Giarelli, Vicepresidente della Società Storica e Antropologica di Valle Camonica, commenta così l’affluenza:

breve estratto dall’intervista a Luca Giarelli

Un interesse che richiede quindi ancora maggiore responsabilità sia nell’esposizione – in questo caso tenutasi nel format “Incontro con… lo storico” – che nella trattazione dei temi. Quando si tratta di stregoneria sotto il profilo storico, è facile incappare nel rischio di “scivoloni” verso una narrazione unicamente femminista, oppure vicina al Neopaganesimo. Allo storico è invece richiesto il rigore dei numeri accertati, della lettura del contesto e, non da meno, della visione dei documenti originali o prossimi.

la locandina dell’evento

Poi, la suggestione può comunque fare capolino. Sicuramente l’ha fatto nel corso della serata, quando parlando di streghe e stregoni e nominandone le presunte attività illecite è scoppiato il temporale. Tra scrosci pesanti e il rombo molesto dei tuoni è stato ancora più facile immaginarsi il clima d’incertezza e delazione proprio del contesto trattato.

Le cacce alle streghe procedevano a ondate. Ondate che a volte ci mettevano anni ad esaurirsi e che spesso s’innestavano su confessioni estorte in più modi. Resoconti fortemente conditi dalla fantasia del malcapitato (o della malcapitata), che era portato a fare i nomi di altri futuri inquisiti. Così facendo, nel corso di un secolo, si contarono circa 110.000 processi. 60.000 di questi portarono ad esecuzioni capitali.

la copertina del libro

Al rogo finivano solo le donne? Pubblicazioni come questa hanno anche il compito d’indagare al fine di smentire alcuni dei falsi miti più tenacemente radicati nell’immaginario popolare. No, quindi, non solo donne. Anche se la componente femminile si aggirava tra il 75 e l’80%. Resta quindi tutta una narrazione di cui abbiamo in buona parte perso memoria: quella relativa agli “stregoni”.

E infatti la visione del mondo stregonesco pare fosse fortemente innestata sull’organizzazione sociale del tempo. Un mondo descritto con una propria gerarchia retta al maschile, con tanto di ruoli quali quello del “cancelliere”. Una conformazione dove alle donne veniva comunque relegato un ruolo di secondo piano. A testimonianza di come l’assetto mentale non fosse poi così diverso da quello attuale, nemmeno in un mondo in cui il quotidiano era spesso intriso di una dimensione magica popolare.

Luca Giarelli

Tutto questo accanirsi verso le persone ritenute colpevoli di presunti crimini quali malefici, uccisioni di bambini, sconvolgimenti atmosferici, avveniva anche in Valle Camonica. Anzi, è stata proprio la Valle Camonica a fare esperienza della più grande caccia alle streghe attestata tra il Quattrocento e il Cinquecento. Tanto da meritarsi una ben triste nomea.

“La valle contava sui 50.000 abitanti. A Borno, il paese all’epoca più popoloso, vivevano circa 2.500 persone. Al Tonale, stando agli improbabili resoconti raccolti, si diceva si radunassero appunto sulle 2.500 persone.” Racconta Giarelli.

Ma soprattutto, c’era il triste primato dei roghi. Anche se gli atti originali dei processi sono andati perduti, gli studiosi sono riusciti a ricostruire la “grande caccia alle streghe in Valle Camonica”, che tra il 1518 e il 1521 portò alla morte di numero che va tra le 60 e le 80 persone. Uomini e donne.

Altro breve estratto dall’intervista a Luca Giarelli

“Bestie eretiche” o vittime di ritorsioni politiche? Persone malvagie, oppure capri espiatori di crescenti fobie collettive? La storia ci ha lasciato elementi sufficienti per farci un’opinione. E il volume “Stregoneria nelle Alpi. Malefici, processi, inquisitori e roghi” fornisce uno strumento interessante, frutto di studi di ricercatori contemporanei di tutto l’arco alpino, con un giusto rimando all’interessante lavoro del compianto Massimo Prevideprato.

il luogo della conferenza

In quest’articolo abbiamo inserito solo alcuni passaggi dall’intervista a Luca Giarelli. L’audio completo si potrà ascoltare durante la puntata di VocePRESENTE in onda venerdì 16 agosto alle ore 10.10. Tra le altre cose, approfondiremo ulteriormente insieme il contesto della Valle Camonica tra Quattrocento e Cinquecento, la costruzione dell’identità della “strega”, la figura dell’inquisitore e le analogie con la vicenda del Simonino. Il podcast sarà poi disponibile sul nostro sito.

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