La notizia della scomparsa di Letizia Battaglia segna una grave perdita per il mondo della fotografia e del giornalismo italiano. Battaglia ha legato la sua carriera ad un impegno sociale che l’ha vista in prima linea nella lotta alla mafia da sempre, fin dal suo ingresso negli anni Settanta nella redazione del giornale L’Ora: i suoi scatti documentano gli Anni di Piombo, diventando immagini simbolo che informano l’opinione pubblica e scuotono le coscienze.
Il suo archivio racconta l’egemonia dei clan dei Corleonesi, suoi gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi insieme a Giulio Andreotti; sua ancora l’immagine di Sergio Mattarella, futuro Presidente della Repubblica, che sorregge il cadavere del fratello Piersanti, appena assassinato. Negli anni Battaglia ha anche trascorso parte del suo lavoro a ritrarre donne e bambine, espressione di un futuro possibile.
Vincitrice del Premio Eugene Smith per la fotografia sociale e del Cornell Capa Infinity Award, è entrata nella lista delle mille donne segnalate per il Nobel per la pace ed il NY Times l’ha nominata tra le undici donne più rappresentative del 2017.
Una vita di riconoscimenti ed impegno sociale che sarebbe stata ripercorsa il 6 giugno prossimo al Cinema Teatro Giardino di Breno, dove Battaglia era stata invitata per uno degli appuntamenti in calendario per OltreconfineFestival.
“Non ci volevamo credere”, hanno commentato gli organizzatori che solo ad inizio settimana avevano annunciata la presenza di Battaglia in Vallecamonica, “abbiamo tanto desiderato ospitare Letizia negli ultimi anni e la sua disponibilità, quest’anno, era per noi motivo di grande orgoglio. Lei, la più grande fotografa italiana. Lei, che attraverso la fotografia e il suo impegno civile ha smosso gli animi, costretto ad osservare e riflettere, a non voltarsi dall’altra parte. È un giorno molto triste per l’Italia e per il mondo della cultura. Siamo addolorati ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia”.
[Foto di Roberto Strano]