Parla di alberi, ma non è un libro di Botanica. Non in senso stretto. “Milioni di alberi”, opera di Dario Furlanetto presentata giovedì 27 marzo presso il Palazzo della cultura a Breno, è un messaggio d’amore, consapevolezza e speranza verso il futuro.

Biologo, già Direttore del Parco Regionale lombardo della Valle del Ticino, della Riserva Naturale Pian di Spagna – Lago di Mezzola e del Parco Regionale dell’Adamello, Furlanetto ha trascorso i primi 70 anni della sua vita dedicandosi alla sostenibilità ambientale.

In un triennio di scrittura ha raccolto riflessioni personali e aneddoti da progetti di ecosviluppo portati avanti in mezzo mondo. Oltre alla vecchia Europa, tra le pagine del libro trovano spazio i paesaggi e le battaglie ambientali di America latina, Africa e Medioriente.

Un percorso condiviso con molti amici e colleghi e, in particolar modo, con gli alberi:

il commento di Dario Furlanetto

Tante le specie vegetali che si sentono crescere tra le pagine del libro. Un testo che si presta a tante modalità di lettura, come sottolineato da Simona Ferrarini, già Assessore a Cultura e Turismo in Comunità Montana, che ha riletto le bozze e ha fatto da madrina alla presentazione.

Un lungo racconto di clorofilla che si radica nel primo incontro con la bellezza del piantare un albero. Un Cedro dell’Himalaya, “l’albero degli dèi”, messo a dimora in quarta elementare facendo la conoscenza dei Forestali.

Da qui parte una storia lunga una vita, il tentativo di costruire una visione, un “saggio esistenziale”, come si legge nell’introduzione, affidata a Carlo Grande. Perché è la vita stessa, citando Furlanetto, ad assomigliare “alla radice di un albero: penetra nel tempo e nella storia dilatandosi e ramificandosi”.

Emerge l’impegno di tutela verso una montagna radicalmente antropizzata, ma anche nei confronti dell’ecosistema più esposto della Valle Camonica: il Fiume Oglio. Descritto con la tenerezza e dedizione di chi si è prodigato per trasformarlo – nell’immaginario come nella realtà – nel “giardino di casa” dei camuni.

Sempre alla luce della convinzione che “per fare buone cose servono tre requisiti: avere voglia di farle, saperle fare e che te le lascino fare.” E con la consapevolezza, che desidera diffondere, di come gli alberi ci possano aiutare a ridisegnare il nostro cammino.

Gli alberi emergono come i perdenti della Storia, sottorappresentati e talvolta dimenticati, abbandonati, feriti. Eppure sempre tra loro e a noi connessi. In un dialogo continuo in cui, più che dimostrarci sordi, dovremmo prima di tutto imparare a prestare orecchio.

Pronti ad accarezzare cortecce, leggere paesaggi e piantare – con la giusta cognizione di causa – altrettanti milioni di alberi.

Nella puntata di VocePRESENTE in onda sulle nostre frequenze (e via streaming) venerdì 4 aprile alle 10:05 ascolteremo insieme le nostre interviste a Dario Furlanetto e Simona Ferrarini. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione e su Spotify.

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