Dopo l’incontro interlocutorio che si era tenuto nel novembre scorso, la Vallecamonica non ha voluto aspettare altro tempo e giovedì, alla presenza di un notaio, ventitrè Comuni hanno sottoscritto la Comunità Energetica Rinnovabile di Vallecamonica.

Le amministrazioni per ora aderenti (Comune di Angolo Terme, Comune di Artogne, Comune di Berzo Demo, Comune di Berzo Inferiore, Comune di Borno, Comune di Braone, Comune di Breno, Comune di Cedegolo, Comune di Cevo, Comune di Cividate Camuno, Comune di Corteno Golgi, Comune di Gianico, Comune di Lozio, Comune di Malonno, Comune di Niardo, Comune di Paisco Loveno, Comune di Paspardo, Comune di Pian Camuno, Comune di Piancogno, Comune di Pisogne, Comune di Saviore dell’Adamello, Comune di Sellero, Comune di Sonico) hanno deciso di fare parte dell’associazione con l’obiettivo, si legge in una nota, di “generare benefici ambientali, economici e sociali per le comunità locali senza perseguire fini di lucro, impegnandosi nella produzione e nella condivisione dell’energia rinnovabile, principalmente attraverso l’autoconsumo”.

Un approccio che “mira a promuovere la transizione energetica in linea con le normative nazionali ed europee”. La Comunità Montana, in questo progetto, ricopre il ruolo di ente capofila, con Simone Bresadola, primo cittadino di Cevo, nelle vesti di Presidente temporaneo. “La costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile”, ha commentato Giovan Battista Bernardi, Assessore al Parco dell’Adamello, Ambiente, Piste ciclabili, Energie rinnovabili dell’ente comprensoriale, “rappresenta uno dei punti d’arrivo raggiunti dall’Assessorato con l’offerta di una soluzione integrata per affrontare le sfide energetiche del nostro tempo, migliorando la qualità della vita dei cittadini di tutti i comuni della Vallecamonica e rafforzando il legame tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel nostro territorio”.

Triplici i vantaggi di una Cer tutta camuna: per l’ambiente, poiché promuovendo l’uso di energia rinnovabile si riducono le emissioni di gas serra, si favorisce la decarbonizzazione dei consumi e si incentiva una maggiore efficienza energetica; per la società, in quanto si contrasta la povertà energetica e si rafforza l’economia locale sostenendo progetti collettivi e modelli di inclusione e per l’economia, dal momento che grazie all’autoproduzione e condivisione interna dell’energia i membri beneficiano di una significativa riduzione dei costi energetici.

Da non sottovalutare, infine, i vantaggi rispetto alla compravendita sul mercato nazionale. Al momento l’esistenza di una Cer consente ai privati cittadini, imprese ed enti dei Comuni con meno di 5mila abitanti, di accedere a contributi a fondo perduto del Pnrr per la realizzazione di impianti, fino ad un massimo del 40% delle spese ammissibili. Non mancano nemmeno i contributi attraverso bandi regionali, con la tendenza che si delinea che è sempre più quella di finanziare progetti legati a logiche comunitarie.

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