Dopo sette ore di camera di consiglio, lunedì è giunto il verdetto per Davide Fontana, autore dell’omicidio di Carol Maltesi, il cui corpo fatto a pezzi fu gettato dall’uomo dentro alcuni sacchi neri a Paline di Borno e ritrovato pochi giorni dopo da un passante.
La Corte d’Assise di Busto Arsizio lo ha condannato a trent’anni di carcere: non è stata accolta, quindi, la richiesta dell’accusa, che chiedeva l’ergastolo con isolamento diurno per due anni e un risarcimento totale di tre milioni di euro al figlio ed ai genitori della vittima.
Determinanti, nella sentenza, le tesi della difesa, che hanno portato alla condanna di ventiquattro anni per l’omicidio, più dieci per la distruzione ed occultamento di cadavere. Si giunge a 34 anni, ma per la legge italiana se la condanna non è l’ergastolo il massimo è di trent’anni. Escluse, inoltre, le aggravanti della premeditazione, delle sevizie e della crudeltà, così come dei motivi abietti e futili. Le motivazioni saranno rese pubbliche entro sessanta giorni.