(Foto di Giornale di Brescia)

Brescia quartier generale di una cosca mafiosa. È quanto emerso dall’”Operazione Leonessa“, maxi inchiesta portata avanti negli ultimi due anni dalla Distrettuale antimafia di Brescia, che ha fatto luce su una rete del malaffare, con almeno 69 arresti in tutt’Italia e 200 indagati.

Tre i filoni investigativi di cui ha parlato il procuratore capo di Brescia Carlo Nocerino, spiegando i dettagli dell’inchiesta.
Nel filone delle indagini sulle infiltrazioni mafiose nel Bresciano sono finti anche nomi importanti, come quello del direttore dell’Agenzia delle Entrate di Brescia, Generoso Biondi, accusato di aver intascato tangenti per annullare alcune pratiche, attraverso un sistema collaudato e che durava da tempo. Con il direttore degli uffici bresciani è stato fermato anche il funzionario Alessandro De Domenico.

Inoltre, tra gli arrestati, figurano due militari delle Fiamme Gialle, professionisti, imprenditori, intermediari, uomini del mondo dell’economia e della finanza. Gli imprenditori coinvolti avrebbero trovato nella criminalità organizzata un modo per evadere le tasse attraverso l’uso dei crediti di imposta. Parte dei fondi incassati in modo illecito dalla cosca avrebbero sponsorizzato delle società sportive, ma sarebbero stati utilizzati anche alla creazione di bar e ristoranti e all’acquisto di auto di lusso, barche e aerei.

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