Più di 320 giorni. Da tanto è chiuso il versante bresciano del Passo del Vivione, il valico che collega la Val di Scalve e la Vallecamonica.

Mentre il versante bergamasco è regolarmente aperto, quello gestito dalla Provincia di Brescia continua ad essere interdetto al traffico, sebbene in estate non siano mancati i ciclisti che hanno aggirati i cartelli di divieto di transito.

Le piogge dell’ottobre scorso prima ed un nuovo smottamento a giugno poi hanno complicato la situazione del valico, che ora rischia di non aprire fino al prossimo anno.

Una situazione che ha inevitabilmente avuto delle ricadute sull’economia della zona: i gestori del rifugio che si trova al Passo lamentano un drastico calo di presenze, che si riversa anche sul turismo di Schilpario, con gli operatori turistici intenti ad organizzare eventi tutto l’anno, ma senza poter contare sull’accessibilità che in passato forniva l’apertura del Passo.

A far aumentare l’amarezza il silenzio del Broletto, vago sulle date di riapertura della strada. Per Antonio Bazzani, consigliere provinciale delegato alle Strade, lo smottamento di giugno ha interessato un tratto di 200 metri, danneggiando un muro di contenimento ai piedi della carreggiata. I lavori sono in corso, ma rallentati da altre opere urgenti in Provincia ritenute prioritarie rispetto a quelle da effettuare sul Passo del Vivione.

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