Non è passato inosservato il riferimento che Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, ha fatto durante il messaggio di fine anno relativamente alla condizione di svantaggio che le aree montane si trovano a vivere e che da anni, anche in Vallecamonica, si sta cercando di contrastare con numerose azioni volte ad evitare il triste fenomeno dello spopolamento di queste stesse aree.

Durante il discorso del 31 dicembre, Mattarella ha riservato a questo tema un passaggio parlando del “fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati”.

“Tra Nord e Sud”, ha ricordato il Capo dello Stato, “c’è una disuguale disponibilità di servizi, e continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane”. Mattarella ha chiesto di “colmare queste distanze, assicurare un’effettiva pienezza di diritti è il nostro compito”.

Poche parole che però sono state un chiaro messaggio affinché sia approvata il prima possibile la legge sulla montagna, in discussione da anni ed il cui testo è da tempo sottoposto a varie modifiche da Governo e Parlamento.

Una legge per i territori montani permetterebbe di garantire a chi vive questi luoghi di poter godere degli stessi diritti e servizi di chi, invece, si trova in città: da qui, la richiesta urgente di Mattarella. Il suo richiamo è stato accolto con soddisfazione dall’Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti Montani), che da tempo segue con attenzione il tema: l’Unione ha voluto ringraziare il Presidente per la “forza” e la “lungimiranza” del suo discorso e per aver parlato di “diseguaglianze, giovani, potenzialità, debolezze da risolvere”.

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