Presentato sabato pomeriggio, 7 dicembre, presso la Casa Museo di Cerveno, il nuovo volume “La Fabrica della Via Crucis. Il Santuario di Cerveno tra ricerca e restauro”, edito da Bams e voluto e promosso dal Consorzio Indaco, che dopo essersi occupato del restauro complessivo del Santuario, recentemente concluso, ha affidato a Marco Albertario, storico dell’arte, la curatela generale del libro.
Come noto, dal 2010 al 2024 il Santuario della Via Crucis è stato oggetto di un complesso cantiere di restauro, preparato da ricerche d’archivio, affiancato e sostenuto da indagini sugli aspetti materici, che hanno consentito di raccogliere una mole di dati documentari e materiali funzionale a guidare l’intervento. Durante le operazioni di smontaggio e pulitura dei gruppi scultorei delle Capéle sono stati attentamente documentati gli aspetti progettuali ed esecutivi del cantiere settecentesco e la sedimentazione degli interventi successivi, che con continuità hanno garantito la conservazione del complesso, al costo tuttavia di sostanziali travisamenti.
A conclusione del cantiere, la pubblicazione ha l’obiettivo di rendere disponibili i dati: sia quelli ricavati dall’esame diretto delle superfici dipinte e delle sculture, sia quelli desunti dalle ricerche storiche affidate a specialisti. I due percorsi si intrecciano, offrendo una nuova possibilità di interpretazione del Santuario e delle sue vicende storiche, che da un lato appaiono strettamente connesse a quelle della comunità di Cerveno, dall’altro registrano le trasformazioni del sentimento religioso come della cultura figurativa settecentesca e della sua ricezione tra Otto e Novecento.
I testi sono a cura del team del Consorzio Indaco (Gabriele Chiappa, Luciano Gritti, Giovanna Jacotti, Alessandra Didonè), Marco Albertario, Maria Letizia Casati, Monica Ibsen, Maria Stefania Matti, Riccardo Panigada, Lidia Rigon, Luca Rinaldi e Federico Troletti.
Affianca e sostiene questo percorso la documentazione fotografica prodotta da Marco e Matteo Rapuzzi, che hanno seguito per un decennio l’intervento di restauro e offrono nelle tavole una documentazione attenta del risultato raggiunto. A Basilio e Matteo Rodella è stata richiesta invece un’interpretazione personale del Santuario attraverso i volti dei protagonisti.
Gli esperti hanno sottolineato che la Via Crucis di Cerveno è un’opera che affonda le radici, in ogni sua singola componente, nella Vallecamonica e che lega idealmente, tutti i suoi paesi. E questo riporta alla comunità che ai tempi ha voluto questo Santuario e che ne ha seguito con partecipazione oggi il restauro.