Breno, 17 maggio 2024. È tempo di Tracce, l’annuario Cai di Valle Camonica che dal 2000 racconta la montagna, in ogni sua forma. La presentazione, condotta da Giò Moscardi presso il Cinema Teatro Giardino, è l’occasione per fare alcuni affondi sul lavoro della redazione. E per tastare il terreno su come gli appassionati di escursioni in quota si raccontano: scrittura e fotografia. Scopriamo subito con Paolo Turetti, Direttore della rivista e Presidente del Cai Cedegolo, di cosa stiamo parlando:

breve estratto dall’intervista a Paolo Turetti
Paolo Turetti

240 pagine che meritano di essere sfogliate, accarezzate, gustate seduti all’ombra di un bel pino, oppure sotto l’ombrellone. Non per niente, Tracce esce a maggio, il mese in cui i sentieri della valle tornano a popolarsi. Emerge allora la riflessione sul come, soprattutto dopo la parentesi Covid e l’esplosione della popolarità da social, sia giusto che si popolino. Dove il termine “giusto” non denota tanto una questione etica in senso stretto, quanto la capacità di scegliere il modo corretto per vivere la montagna. Un modus che necessita di crescita e responsabilità, come posto all’attenzione della platea da Guido Calvi, Direttore del Parco dell’Adamello, e da Franco Capitanio, Presidente della Conferenza stabile Cai Vallecamonica Sebino.

Una sicurezza unita all’amore per la scoperta, misurata nella volontà di riconoscere i propri limiti anche in quota. Dove è giusto capire quando fermarsi, senza dimenticare ciò che ti risuona dentro se l’ascensione diventa un fattore interiore, primario. Di vita. Il sentirsi a casa nel mondo, anche e soprattutto se questo mondo è fatto di ghiaccio, roccia aspre e nevi perenni. Un paesaggio che ormai risente sempre più del cambiamento climatico. Da qui, la scelta di mettere in copertina uno scatto di Simone Foglia che ritrae la lunga agonia del ghiacciaio.

Gio Moscardi, Simone Foglia

Ma montagna è anche sapere salire in cordata con chi si ama. Tenendosi saldi ai ricordi di chi ha condiviso con noi il cammino e che ora non c’è più. È la capacità di trovare nuove persone con cui condividere le salite e le discese della vita. L’alpinista e istruttore Giovanni Ducoli che stavolta porta con sé, con la dolce timidezza dei padri, la bellezza di avere aperto altre due nuove vie con Luca e Anna, i suoi figli. A detta sua, sono loro ormai a tirarlo su tra i bricchi e lungo i couloir, in un passaggio generazionale che raccoglie i frutti di un duro lavoro.

Ciò che forse emerge di più dalla serata è il gusto di avvicinarsi, con prudenza e rispetto, alla signora montagna. Un contesto che è giusto raccontare a più voci. L’evento si apre infatti con il tono poetico di Bortolo Regazzoli, che nella falesia ha scorto la metafora della vita. Un percorso in cui ci si può anche perdere, perché di predeterminato non c’è nulla e tutto nasce dall’impegno e dalla scelta di continuare a salire. Nonostante le difficoltà, le sfide del quotidiano e l’abbraccio lontano di chi alla montagna ha dato tutto.

Gio Moscardi, Giovanni Ducoli; sullo sfondo: Battistino Bonali

Tracce è una pubblicazione che dà voce a una redazione variegata. Persone che, ognuna con le proprie competenze e passioni specifiche, a titolo gratuito contribuiscono ogni anno a raccontare e a raccontarsi. Restituendo al lettore quel gusto del viaggio e della scoperta che non per forza è sinonimo di “conquista”. Ma che, sempre, è caratterizzata da uno dei valori più grandi di chi frequenta la montagna: la volontà della condivisione.

Alla serata hanno preso parte anche i LUF, con una selezione di brani dal loro repertorio

Durante la puntata di VocePRESENTE in onda venerdì 24 maggio, alle ore 10:10, potrete ascoltare le nostre interviste a Paolo Turetti, Gio Moscardi, Giovanni Ducoli, Bortolo Regazzoli e Simone Foglia. Il podcast della puntata sarà poi disponibile sul nostro sito, dalla pagina della trasmissione.

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